È di 20 miliardi di euro la ricaduta economica del fenomeno Airbnb in Italia: la cifra è emersa dall’analisi indipendente realizzata da Nomisma e rilanciata dal country manager per Italia e Sud Europa della nota piattaforma Matteo Sarzana, che ha pure aggiunto come questo valore rappresenti il più alto indice di impatto economico mai registrato nel Paese, nonostante la stessa Airbnb e gli affitti brevi siano continuo oggetto di polemica nel settore del turismo.
A conti fatti, per ogni euro speso su Airbnb, ne vengono generati altri tre nell’economia italiana, sostenendo attività locali, settori dell’ospitalità e dei trasporti, e contribuendo all’equivalente di 139mila posti di lavoro a tempo pieno.
Ma Airbnb ha anche avuto un ruolo chiave nel riattivare il patrimonio immobiliare inutilizzato in Italia, contribuendo direttamente alla ristrutturazione e valorizzazione di immobili che altrimenti sarebbero rimasti vuoti o sottoutilizzati. E ribattendo recenti polemiche sorte su quanti immobili vengono sottratti agi affitti tradizionali, la ricerca Nomisma evidenzia che solo l’1,1% del patrimonio abitativo italiano è destinato agli affitti brevi – 0,12% se si considerano solamente le abitazioni interamente dedicate all’affitto breve e non utilizzate dal proprietario – a fronte di un 13% di immobili vuoti o sottoutilizzati, un numero dieci volte maggiore.
Secondo Nomisma, dalla definitiva introduzione del Codice Identificativo Nazionale (Cin) a gennaio 2025, gli annunci attivi di affitti brevi sono diminuiti del 15%, a testimonianza di un miglioramento nella compliance del settore. Questo avviene mentre l’Italia accoglie due grandi eventi internazionali: il Giubileo, già in corso a Roma, e le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, di cui Airbnb è partner.
«Airbnb – ha chiarito Sarzana – sostiene una regolamentazione nazionale equilibrata degli affitti brevi che protegga i centri storici, dia alle città strumenti per gestire i flussi turistici e distingua chiaramente tra host occasionali e professionali. Airbnb raccoglie e versa l’imposta di soggiorno dove possibile, garantisce che tutti gli annunci siano registrati o esenti, e trasmette i dati alle autorità fiscali per garantire la trasparenza. L’azienda è pronta a collaborare con le istituzioni per creare un quadro normativo pragmatico ed efficace, che permetta alle città di prosperare tutelando al contempo le opportunità per gli italiani comuni, metà dei quali sono donne che usano Airbnb per integrare il reddito o la pensione. Dobbiamo riconoscere che si tratta di una vera ancora economica per il Paese, che va sostenuta, non ostacolata».
E sul tema overtourism, Airbnb propone la propria ricetta: «I dati parlano chiaro – ha evidenziato Sarzana – Ryanair ha superato i 200 milioni di passeggeri nel 2024, e i passeggeri delle crociere in città emblematiche come Barcellona e Amsterdam sono aumentati di oltre il 50% in un solo anno e solo a Roma, il 75% dei quasi 50 milioni di pernottamenti nel 2023, si è svolto in hotel o strutture simili. Airbnb, invece, sta aiutando a distribuire il turismo verso le aree rurali o meno servite: la metà dei pernottamenti in Italia oggi avviene fuori dalle grandi città, e il 75% degli ospiti sono famiglie. Studi precedenti del Politecnico di Torino dimostrano che, nelle piccole comunità, gli annunci su Airbnb aiutano il reddito delle microimprese locali a crescere fino al 23% in quattro anni, e il 38% della spesa dei turisti nelle aree rurali rimane sul territorio contribuendo a contrastare lo spopolamento e promuovere un turismo sostenibile».
Con queste cifre è innegabile che l’Italia, per Airbnb, rappresenta uno dei primi mercati di riferimento che contribuisce non poco alla sua costante crescita: nel primo trimestre di quest’anno la piattaforma ha registrato un fatturato complessivo di 2,3 miliardi di dollari (+6%), con un margine netto del 7% pari a 154 milioni, un valore lordo delle prenotazioni di 24,5 miliardi di dollari mentre nel trimestre sono stati prenotati 143,1 milioni (+8%) tra pernottamenti ed esperienze. E le previsioni per il secondo trimestre sono ancora più eclatanti con un giro d’affari che sfiorerà i 3 miliardi di dollari.



