Lufthansa taglia la flotta
e chiude Germanwings

Lufthansa taglia la flotta<br> e chiude Germanwings
08 Aprile 10:33 2020 Stampa questo articolo

Tagli permanenti alla flotta e la chiusura definitiva di Germanwings. Il tutto in attesa dell’arrivo degli aiuti da parte dello Stato. Di fronte all’emergenza da coronavirus, il consiglio di amministrazione del Gruppo Lufthansa ha deciso di dare vita a un piano di ristrutturazione che comprende non solo la riduzione della capacità presso gli hub di Francoforte e Monaco, ma anche la definitiva dismissione di oltre quaranta aeromobili.

Nel dettaglio, si tratta di sei Airbus A380, sette A340-600, cinque Boeing 747-400, sul lungo raggio; e di undici Airbus A320, precedentemente impiegati per operazioni a corto raggio. Inoltre, Lufthansa Cityline ritirerà dal servizio anche tre Airbus A340-300. Anche Eurowings ridurrà il numero dei suoi aerei, dal momento che dieci Airbus A320 saranno dismessi gradualmente e l‘attività di long haul ridotta.

“Saranno necessari anni affinché la domanda ritorni ai livelli pre crisi”, sottolinea una nota del Gruppo tedesco, che ha sottolineato come i programmi di ristrutturazione siano in corso anche per quanto riguarda gli altri vettori (Austrian Airlines, Brussels Airlines e Swiss).

Stando a quanto sottolinea Reuters, però, all’ordine del giorno del piano di ristrutturazione predisposto dal quartier generale di Francoforte, ci sarebbe non solo la richiesta inoltrata agli esecutivi di Germania, Austria e Svizzera per ricevere una serie di aiuti (incluso l’ingresso dello Stato nell’azionariato), ma anche l’eliminazione di Germanwings, il brand low cost che da quando è confluito in Eurowings nel 2016, non è stato più utilizzato (anche se la compagnia continua ad operare utilizzando i propri codici di volo sotto la denominazione di Eurowings).

Per ridurre i costi e fronteggiare l’emergenza, infine, il Gruppo tedesco ha deciso pochi giorni fa di far aderire a un meccanismo simile alla cig 12mila lavoratori di Lufthansa Technik, che si sommano agli 87mila che hanno già aderito a un programma di riduzione dell’orario di lavoro su base volontaria.

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Giorgio Maggi
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