Accompagnatore turistico, chi l’ha visto? Vittima ignorata del Covid

by Roberta Moncada | 6 Agosto 2021 7:36

«Se c’è una cosa che mi fa arrabbiare, è quando sento dire che, visto che molte spiagge e posti di villeggiatura sono fully booked, allora significa che il turismo è ripartito. Come mai, quindi, io che avevo sempre la stagione pienissima, non lavoro da dicembre 2019?». Si sfoga così Elena M., accompagnatrice turistica abilitata, che fino a prima della pandemia accompagnava in Italia e in Europa gruppi dall’America e dall’Australia, e che non sa quando sarà in grado di tornare a lavorare.

Perché se due anni di pandemia hanno mietuto vittime in tutto il comparto turistico, è vero anche che alcuni soffrono più di altri. Soprattutto, chi è più dipendente dal lungo raggio e dal turismo internazionale: agenzie e tour operator, certo, (ne avevamo parlato qui[1]), ma anche molte guide e accompagnatori turistici. Questi ultimi in particolare, per la natura stessa della loro professione sono legati a doppio filo al turismo organizzato, soprattutto internazionale, e soprattutto extraeuropeo.

«Ma il lungo raggio e il turismo internazionale organizzato sono fermi da mesi ormai – dichiara al nostro giornale Francesca Duimich, presidente di Federagit-Guide e Accompagnatori Turistici Roma – E anche i turisti che iniziano timidamente, e tra mille regole in continua evoluzione, ad arrivare dall’estero in Italia, sono spesso viaggiatori indipendenti, piccoli gruppi, o famiglie, che quindi raramente, o solo in casi particolari si rivolgono a guide e accompagnatori. Questi professionisti del turismo si trovano sempre più in difficoltà; per loro la ripresa è ancora lontana, o, se c’è, riguarda una percentuale minima del lavoro che c’era, e quindi hanno ancora bisogno di sostegno».

Chi lavorava con mercati come Cina, Giappone, Australia, poi, paesi che da inizio pandemia hanno i confini praticamente sigillati, non vede ancora la luce in fondo al tunnel. E allora si reinventa.

Come Luca R., accompagnatore e guida turistica abilitata, che prima della pandemia accompagnava gruppi di cinesi, ma anche americani e portoghesi, in giro per Roma, e che ci dice «l’ultimo tour che ho fatto con stranieri è stato a gennaio 2020, dopo di che più nulla. Ho capito però che dovevo organizzarmi diversamente, ed essendo anche guida turistica, ho iniziato a promuovere tour di Roma esoterica per italiani. Mi sono trovato quindi a lavorare solo con clienti italiani, solo quando le regole lo permettevano, e solo nel weekend. Forse un 20% di quanto lavoravo prima, ma meglio di niente».

Meglio di niente, infatti. Perché non tutti hanno la possibilità di essere così creativi e flessibili. «Il nostro problema è che noi accompagnatori turistici abbiamo le mani legate – dichiara al nostro giornale Alessandra B., accompagnatrice turistica specializzata in viaggi incoming di gruppi di americani di fascia medio-alta, per tour in centro e nord Italia – e se vogliamo rimanere nella legalità, non possiamo assolutamente organizzare tour dei monumenti o passeggiate tematiche per turisti italiani né nessun altro, come invece fanno molte guide turistiche o molte guide ambientali, per sbarcare il lunario in attesa che passi la pandemia».

Per legge infatti, il ruolo dell’accompagnatore, che può operare sull’intero territorio nazionale anche se si abilita al livello regionale, è quello di gestire gli aspetti logistico-organizzativi del viaggio stando sempre molto attento a non entrare nell’ambito di competenza delle guide turistiche. Può – spesso deve – fornire informazioni generali d’interesse sulle zone di transito, ma, senza spiegare la storia e i dettagli di piazze, monumenti e luoghi di interesse storico-artistico. Per quello, ci sono le guide turistiche. Un percorso ad ostacoli, quindi, che spesso pone gli accompagnatori di fronte a dubbi amletici, per cui devono scegliere se rispondere alle domande dei clienti su un determinato monumento o palazzo, rischiando di essere multati, o fare scena muta.

Per evitare problemi, e anche per una mera questione di sopravvivenza, sono in molti gli accompagnatori turistici che in questi mesi hanno deciso di cambiare completamente settore. Come Valerio D., accompagnatore abilitato per la lingua inglese e francese, che racconta: «Prima della pandemia avevo la stagione piena, dopo anni di gavetta finalmente ero riuscito a crearmi un mio giro di agenzie, e lavoravo soprattutto portando gruppi di americani e francesi in diverse parti d’Italia, dalla Val D’orcia alla Costiera Amalfitana. Poi a febbraio del 2020 è cambiato tutto; improvvisamente hanno cominciato a piovere cancellazioni, e lavorando con Partita Iva, mi sono trovato praticamente senza lavoro da un giorno all’altro. Una volta capito che la cosa non si sarebbe risolta nel giro di poco, ho investito gli ultimi risparmi che avevo in un master per recuperare dei crediti formativi per l’insegnamento, e così ho iniziato a fare alcune supplenze in un liceo. È un lavoro precario anche quello, ma almeno mi ha dato da vivere in questi mesi».

Che il lavoro di guide e accompagnatori turistici sia tra i più precari del comparto non è un segreto. La maggior parte di questi professionisti del turismo lavora a partita Iva e senza tutele contrattuali. Cosa che li espone spesso a cancellazioni all’ultimo minuto, ma anche ad abbassamenti di tariffe improvvise e decise unilateralmente dai datori di lavoro sulla base dell’andamento del mercato.

I ristori, in cui molti avevano sperato, non sono stati risolutivi. «Da inizio 2020, tra ristori Mibact, dell’agenzia delle entrate e aiuti una tantum da parte della regione Lazio, avrò ricevuto forse 9mila euro, quindi per vivere ho dovuto dare fondo ai risparmi che avevo – continua Alessandra B. – e la cosa paradossale è che so di essere una privilegiata, perché sono tantissimi i colleghi che invece, per cavilli burocratici o altro, sono rimasti esclusi anche da questi aiuti. Io non so come facciano a sopravvivere. Molti sono tornati a casa dei genitori, o cercano di arrangiarsi con lavoretti».

Quanto agli esclusi, dopo varie manifestazioni e pressioni da parte delle associazioni di categoria, nel decreto Sostegni bis varato pochi giorni fa sono stati stanziati 10 milioni di euro per le guide turistiche e accompagnatori turistici che non hanno usufruito del contributo di ottobre 2020, ma è indubbio che, se la situazione dei viaggi internazionali, rimarrà così per altri mesi, questi lavoratori avranno bisogno di ulteriori ristori.

Ma non è solo di ristori che hanno bisogno guide accompagnatori. C’è urgenza anche di regole chiare, e soprattutto uniformi per il turismo organizzato. Problemi come quello della capienza massima consentita nei bus (in Italia fissata al 50%, ma in altri paesi europei tra all’80%, o al 100%), o  la differenza di regole sulla capienza e sulle regole di sicurezza nei musei e siti archeologici, pone i tour operator- e quindi, di riflesso gli accompagnatori turistici e le guide- di fronte a un’enorme difficoltà, quando non impossibilità, di organizzazione.

E spesso, fa perdere quelle pochissime occasioni di lavoro che si presentano.

Secondo Antonella R., accompagnatrice turistica da più di 10 anni, con esperienza nelle crociere e nei viaggi organizzati per anglofoni, «le categorie di liberi professionisti coinvolti nel turismo incoming organizzato devono tornare con forza a chiedere un’azione di governo chiara, semplice e decisa. Personalmente chiedo poche regole precise che permettano alle persone di muoversi attraverso i confini nazionali e che reincentivino il settore di turismo culturale. Se il green pass è lo strumento che può permettere la libera circolazione in maggiore sicurezza, allora che lo applichino al massimo, ma con regole chiare, precise e non fraintendibili”.

Endnotes:
  1. qui: https://www.lagenziadiviaggimag.it/cronaca-di-una-morte-annunciata-per-i-t-o-lungo-raggio/

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