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Aeroporti europei, il 50% ha già superato i livelli pre Covid

Primo trimestre all’insegna del pieno recupero nel traffico passeggeri per quasi la metà degli aeroporti europei: è quanto risulta dal report periodico stilato da Aci Europe che segnala come il traffico passeggeri abbia continuato a riprendersi nel primo trimestre in tutta la rete aeroportuale europea, con un aumento dei volumi del +49% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il che significa una forte accelerazione nel recupero delle performance.

Nel dettaglio, il traffico passeggeri da gennaio a marzo 2023 è stato solo del -10,6% al di sotto dei livelli pre-pandemia ed è stato il movimento dei passeggeri internazionale a guidare la ripresa e ad avvicinarsi ai livelli pre Covid (-9%), mentre il traffico passeggeri nazionale è risultato ancora in ritardo (-18,5%) rispetto alle performance del 2019.

Ciò indica cambiamenti strutturali del mercato derivanti da fattori quali il cambiamento dei comportamenti dei consumatori ed i trasferimenti modali.

A conti fatti, alla fine di marzo, il 45% degli aeroporti europei aveva recuperato o superato i volumi pre-pandemici, rispetto al 40% di febbraio. In particolare  gli aeroporti  europei han visto aumentare i volumi di passeggeri del +53,4% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma rispetto ai livelli pre Covid (primo trimestre 2019), il traffico passeggeri si è attestato al -11,5%, ma con significative divergenze nelle prestazioni.

Ciò riflette una ripresa ancora prevalentemente trainata dal tempo libero e dalla domanda mista, nonché dall’espansione selettiva della capacità da parte dei vettori a bassissimo costo insieme, all’impatto della guerra in Ucraina.

Infatti gli aeroporti in Portogallo (+15,2%), in Croazia (+12,1%), in Lussemburgo (+9,1%) e a Cipro (+8,4%) hanno superato di gran lunga i volumi pre-pandemia.

Al contrario, gli scali in Slovacchia (-44,9%), Slovenia (-41,2%), Germania (-32,2%), Repubblica Ceca (-29,7%) e Finlandia (-26,2% ) sono rimasti i più distanti da una piena ripresa. E tra i maggiori mercati  europei, a parte il deludente andamento negli aeroporti tedeschi, dovuto a  turbolenze sindacali con elevato numero di scioperi, gli aeroporti in Spagna (+1,7%) hanno registrato i migliori risultati seguiti da quelli in Italia (-6,8%), in Francia (-11,4%) e Regno Unito (-12,9%).

Negli aeroporti del resto d’Europa il traffico passeggeri è cresciuto del +30,2% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.Tra i principali aeroporti in Europa, Istanbul (+5,9%) e Madrid (+0,1%) sono stati i soli due scali   a recuperare i livelli pre-pandemia, mentre Londra-Heathrow (-5,7%) si conferma l’aeroporto europeo più trafficato, seguito da Istanbul, Parigi-CdG (-13,2%), Madrid e Amsterdam-Schiphol (-20,8%).

Nel frattempo, la resilienza della domanda per il tempo libero alle pressioni inflazionistiche e alle tariffe aeree più elevate e la dipendenza dal traffico delle compagnie aeree a basso costo, secondo gli analisti di Aci Europe,  hanno portato una serie di altri grandi aeroporti a superare i volumi pre-pandemia nel primo trimestre:  e si tratta degli scali di Lisbona (+13,9%) , Tel Aviv (+14%), Palma di Maiorca (+2,4%), Atene (+2,3%) e Dublino (+1,9%).

Degli stessi modelli di ripresa e delle medesime dinamiche di mercato hanno continuato a beneficiare alcuni grandi basi aeroportuali  delle compagnie aeree  low cost come Beauvais (+34,3%), Bergamo (+19,7%) e Charleroi (+16%). Così come ne hanno beneficiato anche gli aeroporti regionali e più dimensionati, dove il traffico passeggeri nel primo trimestre è stato di appena il -4,5% inferiore ai volumi pre-pandemia. In particolare gli scali che servono destinazioni turistiche popolari e/o si affidano a vettori low-cost hanno registrato performance che ACI Europe definisce ‘impressionanti’, tra cui: Kutaisi (+61,4%), Varna (+59,1%), Madeira (+43,5%) , Asturie (+36,4%), Memmingen (+40,3%), Trapani (+31,9%) Rotterdam (+26,8%), Lodz (+36,7%), Paphos (+29, 1%) e La Canea (+20,6%).

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