Milano senza lucchetti da gennaio 2026. Via le key box anche dal capoluogo ambrosiano, in seguito alla decisione del Consiglio comunale che ha modificato il regolamento di polizia urbana, approvando una delibera per vietare le cassette porta chiavi utilizzate per gli affitti brevi. Previste sanzioni fino a 400 euro, oltre alle spese di rimozione.
Un provvedimento già adottato a Firenze, Bologna, Roma e Venezia, per fare fronte al dilagare delle case vacanza e tutelare il decoro urbano, ma anche per questioni di sicurezza.
In particolare, fa sapere Palazzo Marino, niente più key box “su elementi dell’arredo urbano, della segnaletica stradale, recinzioni, cancellate, pali della luce” e riguarda anche strutture private che si affacciano o sporgono su spazio pubblico.
Una misura necessaria, sottolinea la maggioranza: “Per la prima volta distinguiamo tra abuso e legittimità. Milano non accetta zone grigie né lasciare che lo spazio comune venga colonizzato senza regole. Facciamo una scelta semplice ma fondamentale: legalità e sicurezza”.
La misura – come si legge nella delibera di iniziativa consiliare firmata dal consigliere Michele Albiani, presidente della Commissione consiliare Sicurezza – “tiene in considerazione un altro possibile utilizzo dei lockbox, ovvero l’impiego di cassette portachiavi anche per attività di spaccio di stupefacenti, come accertato in recenti indagini giudiziarie”.
DAL VIMINALE AL CONSIGLIO DI STATO
Sulla questione si è già consumato uno scontro istituzionale a colpi di sentenze e carte bollate. Un anno fa, infatti, il Viminale aveva emanato una circolare per vietare il self check-in, motivando il provvedimento per motivi di ordine pubblico e sicurezza.
Decisione che era stata poi annullata a maggio 2025 dal Tar del Lazio. A novembre l’ennesimo ribaltone firmato dal Consiglio di Stato, che ha ripristinato il riconoscimento de visu.
LA RIVOLTA CONTRO LE KEY BOX
Ma la rivolta contro le key box scaturisce anche dalla rabbia di residenti e comitati locali, che a più riprese hanno denunciato l’impatto degli affitti brevi sul tessuto urbano e sociale. Fino al “ritorno” di Robin Hood, con il cappellino del famoso eroe di Sherwood lasciato come firma.
In sostanza, i cittadini hanno voluto richiamare l’attenzione sul fatto che le key box contribuiscono all’aumento dei costi degli affitti e alla progressiva sparizione di abitazioni disponibili per residenti storici e attività commerciali tradizionali.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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