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Affitti brevi, le associazioni restano scettiche sulle scelte del governo

aigab

“Se il tema di queste nuove azioni annunciate dal governo e contenute nella manovra finanziaria è quello della lotta all’evasione e di stanare, cosa su cui siamo totalmente allineati, chi opera sul mercato degli affitti brevi in nero, la limitazione a 4 appartamenti di proprietà appare pressoché inutile ai fini di una seria ed efficace regolamentazione del mercato”. Inizia così la nota di Aigab, l’associazione italiana dei gestori degli affitti brevi fondata dagli ad dei big player italiani del turismo professionale in appartamento (Altido, CleanBnB, Italianway, Sweetguest e Wonderful Italy).

“Per quanto riguarda l’annuncio sulla creazione di un codice unico nazionale coordinato dal Mibact, vanno delineati nel merito i dettagli: potrebbe essere una cosa buona se inserito in un contesto di armonizzazione delle normative regionali, di snellimento di procedure e semplificazione dei requisiti per poter promuovere e gestire appartamenti a breve termine. Non solo per facilitare la vita agli operatori professionali, ma anche per rendere più facili i controlli alle autorità, e comunque a condizione che non preluda a future limitazioni sul numero di immobili da destinare agli affitti brevi”, prosegue il comunicato. 

Il vero tema, secondo l’associazione, è inoltre: “cosa accade oggi a chi non versa la cedolare secca? Come pensa il governo di censire e sanzionare una volta per tutte i privati che mettono online appartamenti senza alcun codice identificativo oppure quelli che non fanno alcuna segnalazione all’Istat o alla Polizia o, ancora, che non raccolgono e versano l’imposta di soggiorno? Sono tutti nodi cruciali che sarebbe corretto affrontare e sciogliere in un’ottica di una riforma strutturata degli affitti brevi. Eppure nelle misure varate non ce n’è traccia. Ben venga qualsiasi iniziativa di contrasto al sommerso ma la priorità è porre le basi per un vero sviluppo sostenibile degli affitti brevi”.

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