Agosto, la ripresa che non c’è: l’indagine di Confturismo

by Redazione | 7 Settembre 2020 10:21

Agosto non ha segnato la tanto attesa ripresa. Dopo il mese di giugno di fatturati azzerati per le imprese del turismo e luglio con andamento a singhiozzo, il quadro tracciato con la rilevazione dell’Indice di fiducia dei viaggiatori italiani da Swg per conto di Confturismo-Confcommercio mostra l’ottavo mese dell’anno con numeri complessivamente ridotti, permanenze medie più brevi e spesa contratta.

Anche le prospettive per settembre sono ridimensionate rispetto a quelle previste due mesi fa.

Scende per la prima volta tra luglio e agosto – da 65 a 63 punti su scala da 0 a 100 – l’indice che rappresenta la propensione degli italiani a viaggiare. Non era mai successo in 5 anni di rilevazioni e “il fatto che avvenga quest’anno, quando la misurazione aveva già registrato record catastrofici da marzo in poi, è ancora più grave – sottolinea nella nota Confturismo – Vuole dire, dunque, che andranno per lo più deluse le speranze riposte sul mese di settembre per cercare di recuperare una stagione senza stranieri”.

Futuro a parte, i dati consuntivi raccolti mostrano che, se nella rilevazione di giugno il 69% degli intervistati pensava che avrebbe fatto almeno un periodo di vacanza entro agosto, lo stesso campione, consultato nuovamente a fine mese scorso, dichiara di essere partito solo nel 60% dei casi (-9%) e, del 40% che non si è mosso, solo l’11% sono italiani che normalmente non fanno vacanze in questo periodo dell’anno.

Gli altri indicano come motivo della non partenza i timori per la pandemia, nel 52% dei casi, ma anche difficoltà di ordine economico e mancanza di ferie, nel 47%.

I pienoni di agosto sono stati solo un miraggio estivo; si sono concentrati in pochi giorni e in poche località.

L’impatto della crisi diventa ancora più forte quando si misura la qualità della vacanza: solo il 41% ha fatto ferie di lunghezza tradizionale, con almeno 5 pernottamenti a destinazione, mentre il 19% ha fatto viaggi brevi o frazionati in più periodi.

Se per le tipologie di destinazioni il mare, già vincente nelle previsioni fatte a giugno, va oltre, raggiungendo un record storico pari al 62% delle preferenze, un altro record, in negativo, lo segnano le città e luoghi d’arte che registrano complessivamente un 10% delle preferenze. La montagna invece ha fatto registrare un incremento del 20% rispetto agli anni passati.

Naturalmente l’Italia resta la meta preponderante, scelta dal 96% degli intervistati, 19 punti percentuali sopra la media normale di questo mese, con ottimi andamenti delle mete in grado di offrire un mix ben calibrato di mare, entroterra, enogastronomia e natura come Puglia, Toscana ed Emilia Romagna. Per il 4% che ha fatto vacanze all’estero, solo mete europee, dove si segnala la scomparsa dalla geografia turistica di destinazioni come Spagna e Mar Rosso.

«A fine marzo ipotizzavamo una perdita di valore della produzione del turismo nel 2020 nell’ordine dei 100 miliardi di euro: allora sembrava una visione eccessivamente drammatica ma ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre più alla sua concretizzazione – dichiara Luca Patané, presidente di Confturismo-Confcommercio – Se, in parte col decreto Rilancio e poi con il decreto Agosto, il governo ha cominciato a dare alcune risposte alle nostre richieste, oggi, alla luce di questi numeri e dell’oggettivo allontanamento del termine della crisi, l’ampiezza e l’intensità di queste risposte vanno adeguate per fare un salto di qualità, se non vogliamo perdere un settore centrale e strategico per l’economia nazionale come il turismo. Con le risorse del Recovery Fund si può fare molto, ma bisogna mettere il turismo al centro delle politiche attive per la ripresa».

Source URL: https://www.lagenziadiviaggimag.it/agosto-la-ripresa-che-non-ce-lindagine-di-confturismo/