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Airbnb lascia la Cina e rimuove 150mila alloggi

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Airbnb chiuderà le sue operazioni domestiche in Cina a partire dal 30 luglio 2022, lasciando però intatto il business relativo all’outgoing e mantenendo la sua sede di Pechino dove sono presenti centinaia di impiegati.

Il colosso Usa di alloggi ed esperienze aveva avviato il suo business nel Paese asiatico nel 2016 servendo qualcosa come 25 milioni di ospiti, ma la pandemia e le relative restrizioni hanno stravolto ogni piano e mantenere le attività è divenuto complesso e insostenibile: negli ultimi anni i soggiorni in Cina hanno rappresentato solo l’1% del fatturato globale.

Le azioni di Airbnb sono inoltre scese di oltre il 30% quest’anno, seppur in un contesto generale di ribasso dei titoli tecnologici. Le soluzioni di soggiorno ed esperienze della piattaforma in Cina in corso di cancellazione sono circa 150mila, su oltre 6 milioni presenti in tutto il mondo. «Stoppare le attività domestiche in Cina è stata una decisione assai difficile», ha dichiarato il cofounder di Airbnb Nathan Blecharczyk.

Dal prossimo luglio, Airbnb si unirà alla lunga lista di compagnie digitali che hanno lasciato la Cina come Linkedin, Google, Yahoo o Facebook.

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