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Alitalia-Ita, la politica non scioglie il nodo lavoratori

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Gioco di sponda tra i palazzi del potere sul dossier Alitalia. Alla vigilia dello sciopero del trasporto aereo – e dopo il fallimento delle trattative tra i sindacati e la newco Ita – la Camera ha rinviato con diciannove voti di scarto la mozione presentata dalla maggioranza che avrebbe impegnato il governo a tutelare i lavoratori dell’ex compagnia di bandiera. Tale mozione sarà esaminata e votata il prossimo 5 ottobre, sempre più vicino alla fatidica data del 15, quando avverrà il cosiddetto passaggio di testimone Alitalia-Ita. 

Il rinvio è stato duramente criticato dalle sigle sindacali. «È una pagina triste per la democrazia di questo Paese dove si è palesato il totale asservimento del Parlamento al governo. Un Parlamento sempre più esautorato dal suo ruolo costituzionale», dichiara il segretario generale Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi.

«Gli impegni che venivano chiesti – ricorda – erano volti a garantire la tutela del personale Alitalia con adeguati ammortizzatori sociali, promuovere iniziative per la riapertura della trattativa tra Ita e i sindacati, considerato che il presidente Altavilla ha interrotto la trattativa per favorire un regolamento aziendale che prevede un taglio dei salari fino al 50% piuttosto che applicare il Ccnl».

E mentre il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, è corso ai ripari convocando i sindacati e i vertici di Alitalia il 1° ottobre per affrontare il tema degli ammortizzatori sociali, il dibattito è divampato anche all’interno della maggioranza. Tra tutti Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, ha espresso la sua amarezza per lo slittamento dell’approvazione della mozione «che l’intera maggioranza ha condiviso. Chiedevamo al governo – ricorda la deputata – l’impegno a promuovere azioni al fine di riaprire le trattative tra Ita e le organizzazioni sindacali e che l’azienda si impegnasse nelle assunzioni al rispetto della normativa nazionale ed europea. L’applicazione del contratto collettivo è crocevia decisivo per il riavvio dell’azienda».

Anche il Movimento 5 Stelle ha alzato la voce contro l’esecutivo di cui fa parte, criticando la gestione dei ministri competenti. «Il caos che sta contrassegnando la nascita di Ita è surreale: dal governo tutto tace e delle strategie che hanno portato a una compagnia così sottodimensionata e poco competitiva non si sa nulla», hanno affermato in una nota congiunta Susy Matrisciano, Gianni Girotto, Mauro Coltorti, rispettivamente presidenti delle Commissioni Lavoro, Industria e Trasporti del Senato.

«Abbiamo inviato una lettera ai ministri Orlando (Lavoro), Giorgetti (Mise) e Giovannini (Trasporti) per chiedere loro che vengano chiarire i tantissimi punti critici che accompagnano questa vicenda. Quella che doveva essere la nuova compagnia di bandiera rischia di rivelarsi una start up risicata, per nulla competitiva. Il governo deve dirci che strategia sta seguendo», hanno scritto a chiare lettere i tre senatori.

Intanto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, è corso ai ripari convocato per venerdì 1° ottobre i sindacati e i rappresentanti di Alitalia. Incontro a cui dovrebbero partecipare anche gli altri ministri che seguono il dossier per affrontare insieme il tema degli ammortizzatori sociali.

Nel frattempo i sindacati hanno celebrato la buona riuscita dello sciopero del comparto. “Com’era prevedibile è stata molto alta, con punte del 100% in alcuni aeroporti  l’adesione allo sciopero di oggi di tutto il trasporto aereo, eccetto Enav – hanno dichiarato in maniera congiunta Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – Da mesi chiediamo l’intervento del governo per garantire la tenuta industriale del settore. Siccome per noi non ci sono figli e figliastri, ricordiamo tutti i temi per noi indifferibili e che non ci stanchiamo di portare all’attenzione dei quattro Ministeri: il blocco dei licenziamenti sino ad avvenuta ripresa del comparto; la rivisitazione del piano nazionale degli aeroporti; la vertenza Alitalia/Ita, che coinvolge circa 10.500 lavoratori, per i quali chiediamo un programma di ammortizzatori sociali che duri per tutta la durata del piano industriale della nuova compagnia di bandiera, al fine di tutelare tutti i lavoratori. Inoltre: la vertenza Air Italy con 1.322 lavoratori per cui è stata avviata la procedura di licenziamento; la crisi delle compagnie aeree Norwegian, Ernest e Blue Panorama e delle compagnie aeree straniere basate in Italia tutte sotto regime di ammortizzatori sociali e le vertenze verso quelle società che rifiutano il confronto con il sindacato”.

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