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Alitalia, sì di Lufthansa: ma solo per l’aviation

Solo la parte aviation (in pratica il trasporto passeggeri e il cargo), senza i servizi di terra e la manutenzione. Assume contorni sempre più precisi l’idea che Lufthansa ha dell’Alitalia che verrà, una compagnia destinata dopo la cura dimagrante di Giuseppe Leogrande (in un tandem sempre più probabile con Giancarlo Zeni nelle vesti di dg) ad avere una flotta con 23 aeromobili e circa 2.800 lavoratori in meno.

Mentre è atteso per la prima volta al Mise per riferire l’evoluzione della situazione al ministro Patuanelli, insieme ai sindacati, il super commissario sembra orientato a seguire la pista che porta a Francoforte da dove l’ad del Gruppo tedesco, Carsten Spohr, ha ribadito la propria posizione: «Per un futuro di lungo termine per Alitalia è importante avere la giusta ristrutturazione e il giusto partner. Questa è la logica che ho illustrato quando ho parlato con i player italiani nelle ultime settimane».

Tra i punti fermi del piano Lufthansa per Alitalia uno snellimento della flotta, che passerebbe da 113 a 90 aeromobili, ma soprattutto un organico non superiore ai 6mila addetti, con una riduzione drastica di 5.500 esuberi e la conseguente vendita dell’handling.

Secondo quanto riporta corriere.it, una proposta di Lufthansa per Alitalia ristrutturata arriverebbe non prima di giugno 2020. Sarebbe in un primo tempo solo commerciale, e avrebbe il suo presupposto in una nuova erogazione di denaro pubblico. Addirittura, si parlerebbe di una cifra superiore al miliardo di euro, dato che i 400 milioni del prestito ponte in via di concessione, non basterebbero ad arrivare a quella data con una cassa scesa attualmente a 270 milioni.

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