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Alpitour, Burgio: «Ripartiremo dall’Italia»

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Sogno e ripartenza. Perché «nessuno, neanche il peggior virus, ci potrà togliere il diritto di sognare e avere voglia di viaggiare». E quando tutto sarà finito, «spinta fortissima sull’Italia». Parola di Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato del Gruppo Alpitour.

«Siamo tutti a lavoro per una potenziale ripartenza – dichiara il numero uno del colosso torinese in un’intervista all’emittente Class Cnbc del Gruppo Milano Finanza – Non sappiamo quando possa succedere, ma nei nostri piani consideriamo grosso impulso sull’Italia, con i nostri connazionali che molto probabilmente la prediligeranno. Questa è la prima cosa, anche perché essendo il nostro Paese il primo in Europa ad aver affrontato il problema coronavirus, speriamo che sia il primo a uscirne. Poi sceglieremo delle rotte internazionali sicure, dove magari potremo trasportare i passeggeri con un alto livello di comfort e di servizio». Anche grazie alla compagnia di casa Neos, peraltro attivissima per rimpatri e non solo in questi giorni di emergenza.

Ripartirà quindi dall’Italia il turismo, o almeno questo auspica Burgio. Grazie ai flussi di quegli stessi italiani che, solo un mese fa, «erano considerati come i trasportatori del virus». Erano altri tempi. «Ogni giorno – ricorda il presidente – si fermava una nuova frontiera creando ad Alpitour un lavoro enorme per gestire le emergenze continue e per poi riuscire a proporre delle alternative di viaggio, che poi magari subito dopo venivano negate. A un certo punto, non avendo troppe scelte, abbiamo in un certo senso chiuso le operazioni».

Fino alla situazione attuale, che ha portato un’onda lunga di problemi, con «le agenzie di viaggi che sono le prime a essere toccate. A seguire noi, le compagnie aeree e tutte le attività di incoming», aggiunge Burgio.

Il tutto, continua il presidente, ha generato una crisi di liquidità: «quando qualsiasi attività economica ha un fatturato pari a zero e ha dei costi che deve sostenere è molto difficile avere delle strategie chiare. Soprattutto efficienti. Per fortuna, la nostra società è patrimonializzata bene, abbiamo linee di credito con le banche e gli strumenti per resistere. È chiaro, però, che nessuna attività al mondo può vivere senza fatturare. Io credo che il problema sarà la durata di questa situazione. Sulla ripartenza, però, siamo ottimisti: la società reagirà rapidamente e saremo capaci di cogliere tutte le opportunità che si presenteranno».

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