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Alpitour, convention t.o. a Sharm. Ezhaya: «Insieme si può fare tutto»

alpitour convention

«Imprese miracolose», le ha definite così Pier Ezhaya, direttore generale tour operating, quelle compiute da Alpitour World, reduce dall’integrazione del polo Eden, dal Covid, dalla Trevolution e ora alle prese con la “valorizzazione delle quote societarie” affidata a Goldman Sachs. Due parole imponenti pronunciate sul palco del Domina Coral Bay di Sharm el Sheikh, che dal 2 al 6 ottobre ha ospitato la convention plenaria della divisione t.o. circoscritta al 2023 e intitolata, appunto, MMXXIII Annus Mirabilis.

In tutto 160 i partecipanti che hanno celebrato insieme – come recita una nota aziendale – “risultati in forte crescita e un completo recovery dagli anni pandemici”. Aspetto questo che l’attuale principale azionista, Giovanni Tamburi, non ha esitato a sottolineare nella sua ultima relazione semestrale.

«Siamo migliorati noi, e la domanda di mercato è stata interessante, inoltre – ha sottolineato l’amministratore delegato Gabriele Burgio – abbiamo ottimizzato il vantaggio competitivo rappresentato da Neos, la compagna aerea del Gruppo», oggi impegnata nei voli rescue da Israele.

«Abbiamo ampliato la nostra capacità di ospitare e trasportare i clienti e, grazie a un investimento tecnologico importante, oggi possiamo ottimizzare i costi di gestione, migliorando i flussi di lavoro per concentrarci sulla qualità: l’innovazione oggi riveste un ruolo strategico fondamentale», ha aggiunto l’ad.

Operazione e traguardi resi possibili da un fluido gioco di squadra: “Ogni membro – si legge nella nota Alpi – ha svolto un ruolo fondamentale perseguendo obiettivi specifici con la consapevolezza del disegno generale”.

Un tema ben argomentato dal patron dei t.o. Ezhaya, che ha spiegato con la consueta chiarezza: «Il nome della convention – Annus Mirabilis – ha svelato fin dall’inizio i due intenti principali di questa plenaria: celebrare un risultato importante e ringraziare tutta la squadra che si è prodigata per realizzarlo. Dopo la fusione i team si sono uniti ancor di più e hanno lavorato insieme per lo stesso obiettivo, dando prova che le squadre possono compiere imprese miracolose. Se infatti è vero che da soli si possono fare tantissime cose, è altrettanto vero che insieme si può fare qualsiasi cosa. Ed è quello che è capitato a noi».

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