Una perdita trimestrale dopo ricavi record. Sembra un paradosso, ma si tratta di uno scenario possibile per American Airlines, delineato con la pubblicazione del resoconto finanziario del secondo trimestre.
La compagnia aerea statunitense prevede una potenziale perdita rettificata per azione nel terzo trimestre compresa tra 0,10 e 0,60 dollari, affermando che si potrebbe registrare la fascia più bassa dell’intervallo solo in caso di una debolezza macroeconomica «non riscontrata oggi».
La domanda di viaggi nazionali è un punto debole quest’anno, mentre molti viaggiatori statunitensi stanno continuando a volare in massa all’estero, verso destinazioni popolari come Giappone e Italia. Il fatturato passeggeri di American Airlines per miglio disponibile, un indicatore dell’efficienza operativa, per i voli nazionali è diminuito di oltre il 6% nel secondo trimestre, mentre è aumentato di quasi il 3% per i voli internazionali.
LA TRIMESTRALE
L’outlook pessimista è stato presentato nonostante i solidi dati del secondo trimestre. American ha registrato un fatturato record di 14,4 miliardi di dollari, il più alto di sempre, e un utile netto Gaap di 599 milioni di dollari, pari a 0,91 dollari per azione diluita. L’utile netto rettificato ha raggiunto i 628 milioni di dollari, pari a 0,95 dollari per azione, con un margine operativo dell’8%. La domanda di cabine premium è rimasta robusta, in particolare sulle rotte internazionali a lungo raggio, contribuendo a far registrare ad American il quarto trimestre consecutivo da leader del settore in termini di crescita del fatturato unitario.
Tuttavia, il management ha mantenuto un tono notevolmente cauto riguardo al futuro. Mentre l’amministratore delegato, Robert Isom, ha sottolineato la continua solidità del programma fedeltà della compagnia aerea e i miglioramenti operativi, le previsioni indicano possibili problemi alla domanda di viaggi, non evidenziati dalle previsioni di altre compagnie aeree statunitensi.
LE DIFFERENZE CON DELTA E UNITED
Delta Air Lines ha recentemente ripristinato le previsioni per l’intero anno, prevedendo utili modesti ma positivi, il che implica un ritorno della fiducia, dopo mesi di volatilità macroeconomica causata dalla guerra commerciale del presidente Donald Trump. Anche United Airlines, da parte sua, ha pubblicato risultati migliori del previsto per il secondo trimestre, affermando: «La compagnia aerea prevede una minore incertezza geopolitica e macroeconomica nella seconda metà del 2025», che l’ha convinta a presentare un nuovo outlook, dopo averne pubblicati due, ad aprile, a causa appunto dell’incertezza economica.
Cosa c’è di diverso in American Airlines? L’esposizione alle incertezze meteorologiche nei suoi hub in Texas (condizioni meteorologiche spesso particolarmente instabili in estate), le differenze nella struttura del debito e dei costi, o forse si tratta solo di un eccesso di cautela da parte del management. Qualunque sia la causa, il pessimismo di American aggiunge un ulteriore strato di incertezza alla narrativa della ripresa che altrimenti sta prendendo piede nel settore, e ricorda agli investitori che le prospettive macroeconomiche rimangono nebulose.
LE PAROLE DELL’AD
Intervistato poi dalla Cnbc, Isom ha dichiarato che l’outlook pubblicato è dovuto alla debolezza della domanda, alla stagnazione della domanda di viaggi aziendali che si è protratta fino all’inizio dell’estate e ai problemi operativi causati da una serie di tempeste. «Luglio è stato un mese difficile… a causa della debolezza dei consumatori interni», ha affermato Isom. Secondo Isom, la domanda dovrebbe migliorare nei prossimi mesi.

