Assoturismo, la ripresa “zoppa”: «Mancano 100mila lavoratori»

by Redazione | 3 Maggio 2023 11:24

“A meno di criticità non prevedibili” il 2023 dovrebbe chiudersi verso quota 420 milioni di presenze turistiche. È la stima diffusa in queste ore da Assoturismo, secondo cui “si chiude il gap di presenze e di produzione rispetto al 2019”, con il valore aggiunto del settore turistico che, incluse produzioni dirette e indirette, peserà per il 5,7% sul Pil annuale. L’Italia dei viaggi è dunque sulla via della completa ripresa, fermo restando l’ostacolo della carenza dei lavoratori: “solo per questa estate – denuncia la sigla – stimiamo la mancanza di 100mila addetti”.

L’associazione guidata dal presidente Vittorio Messina fa il punto sull’andamento del comparto in occasione dell’audizione sul Piano Strategico per il turismo, cui hanno partecipato tutte le federazioni di categoria del settore di Confesercenti: oltre ad Assoturismo, anche Assohotel, Assoviaggi, Fiepet, Fiast, Federagit,  Fiba, Assocamping e Aigo.

«L’avere messo finalmente a punto un Piano strategico è un segnale positivo – sottolinea Messina – Il settore viaggia al doppio della velocità degli altri comparti ed è tempo che si scommetta e investa su di esso. Il problema della carenza di personale però è sempre più stringente, e rischia di ridurre l’impatto della ripresa per le imprese dei vari comparti: dalla ricettività alla ristorazione, passando per il turismo organizzato e i servizi turistici e per l’economia del Paese».

Ma come risolvere lo spinoso nodo lavoro? «Bisogna garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive e per la formazione. Per gli stagionali del turismo, però, servirebbe un decreto ad hoc, con misure come il credito d’imposta alle imprese per sostenere vitto e alloggio degli stagionali e favorire così la mobilità interregionale», propone Messina.

E aggiunge: «Servono anche un ripensamento delle politiche attive – non si può lasciare l’incontro tra domanda e offerta al passaparola – e della formazione. Da rivedere anche, inoltre, i decreti Flussi: le quote non sono sufficienti, e i click day arrivano sempre fuori tempo massimo, a stagione già iniziata. Su questo fronte, dovremmo provare anche altre strade: facilitiamo la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine, consentendo l’ingresso dei soggetti già formati fuori dalle quote stabilite. Su questo sarebbe opportuno aprire un confronto tra i ministeri del Lavoro, del Turismo e le associazioni di categoria», conclude.

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