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Australia, l’emergenza incendi colpisce il turismo

Australia incendi

Non si placa l’emergenza incendi in Australia, che ha causato 24 vittime e milioni di ettari di territorio bruciati, oltre a circa 480 milioni di mammiferi coinvolti. Nel Nuovo Galles del Sud sono stati bruciati almeno 4 milioni di ettari di territorio; nelle Blue Mountains tra novembre e dicembre è stato bruciato il 50% delle riserve naturali.

L’emergenza si ripercuote anche sul settore turistico. Già nei giorni scorsi, con le città assediate dalle fiamme, migliaia di persone e molti turisti si sono rifugiati sulle spiagge del sud est australiano.

La Farnesina, sul sito Viaggiare Sicuri, segnala che “livello d’allarme per rischio incendi in Australia continua a mantenersi alto e le Autorità ritengono che resterà tale per tutta la stagione estiva (da dicembre a febbraio)”.

Il ministero degli Esteri spiega che “il fenomeno è diffuso in tutto il Paese, ma è connotato da particolare gravità in Victoria e nel Nuovo Galles del Sud, dove le autorità locali hanno vietato l’accesso ad alcune aree, in particolare, Batemans Bay, Jervis Bay, Shoalhaven, Batlow e Wondalga. Si raccomanda di osservare scrupolosamente le indicazioni delle Autorità locali e, prima di effettuare escursioni, di informarsi sullo stato degli incendi, la cui mappatura aggiornata è disponibile sul sito https://myfirewatch.landgate.wa.gov.au/”.

La situazione sta creando incertezza tra i viaggiatori, a cui gli esperti raccomandano di stipulare un’assicurazione di viaggio (che copra le catastrofi naturali), di controllare le politiche di cancellazione di compagnie aeree e hotel e di sapere esattamente quali aree sono interessate. Le compagnie aeree tra cui Qantas, Virgin Australia Air New Zealand e Hawaiian Airlines stanno monitorando lo stato degli incendi, ma i voli al momento sono regolarmente operativi

L’Australian Tourism Industry Council segnala che protrarsi dell’emergenza e le immagini diffuse stanno influenzando le scelte di viaggiatori da tutto il mondo, il che potrebbe causare un calo di centinaia di milioni di dollari per l’industria del turismo.

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