Un altro drastico stop dell’Unione europea nella tormentata vicenda delle concessioni balneari: Bruxelles ha infatti respinto la proposta di adottare quello che era stato già ribattezzato Modello Bellaria, ovvero l’ipotesi avanzata da alcuni operatori-concessionari uscenti di adottare una sorta di project financing o partenariato pubblico-privato nel quale si impegnerebbero a pianificare investimenti in opere pubbliche per rinnovare le concessioni senza il rischio delle gare, per un perodo di tempo superiore ai 20 anni.
Secondo quanto prospettato nei bandi di gara questo strumento inserito nel codice degli appalti, viola i principi di proporzionalità, di parità di trattamento e non discriminazione.
In buona sostanza Bruxelles adombra il sospetto che tale formula non tuteli il principio di concorrenza, che è alla base della direttiva Bolkestein. Uno strumento che non la garantisce è automaticamente escluso.
Di fronte a questa nuova pronuncia della Ue, la patata sempre più bollente passa al governo italiano che deve rivedere lo strumento, e lo deve fare anche in fretta perché la Commissione europea ha concesso al governo italiano un paio di mesi di tempo – precisamente entro metà gennaio – per presentare nuove osservazioni.

