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Bankitalia e la crisi del turismo: “Forte impatto sul Pil”

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Impietosi i dati di Bankitalia che per il mese di ottobre 2020 certificano un crollo della spesa turistica. Nel dettaglio, i viaggiatori stranieri in Italia hanno speso 1.193 milioni, un risultato inferiore del 70,4%, rispetto a quelle dei viaggiatori italiani all’estero (572 milioni) e l’avanzo della bilancia dei pagamenti turistica è stato di 620 milioni di euro, mentre nello stesso mese del 2019 quell’avanzo era di era di 1.697 milioni. Di fatto in un solo mese si è perso più di un miliardo di euro.

Nel commentare questa debacle, Banca d’Italia annota che  “l’improvvisa e drastica contrazione dei flussi turistici avrà significativi impatti sul Pil nazionale e conseguenze serie sulle imprese del settore e del suo indotto”. Ma ciò che spaventa gli operatori è il perdurare del “fermo operativo” che, ad oggi si protrarrà anche nel mese di febbraio, accentuando così le incertezze sulla tempistica della ripartenza.

Secco a tal proposito il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, rilasciata all’agenzia Ansa: «Continuiamo ad appesantire i conti pubblici di debito cattivo e quando finirà l’emergenza ci troveremo con un rapporto debito-Pil al 160% e con la crescita zero. Il nostro Centro Studi nel 2020 registra una perdita di 236 milioni di presenze (-54,1% rispetto al 2019) e di 13,5 miliardi (-55%) di fatturato del settore ricettivo».

«Da marzo a dicembre – ha dichiarato il presidente di Astoi Confindustria, Pier Ezhaya – tour operator e agenzie di viaggi hanno stimato perdite superiori al 90%. Ma, un po’ polemicamente, dico che anche il governo ha “aiutato” ad avere questi dati così negativi. In altri Paesi europei sono stati aperti dei corridoi turistici che hanno permesso alle aziende di aiutarsi con le proprie forze. Noi abbiamo avuto tutto chiuso. Capiamo la pandemia ma non capiamo perché da Francoforte e da Parigi si può andare alle Maldive, e dall’Italia no».

C’è poi la grossa incognita sui tempi della ripresa, per i quali Raffaele Rio di Demoskopika ha un’idea ben precisa: «Per la ripresa ci vorrà almeno un triennio. Ma esiste una strada percorribile. Nel documento Next Generation Italia è previsto, per il 2021, un collegato turismo alla legge di Bilancio, che dovrebbe contenere la riforma del settore. Ciò è possibile a condizione che ci sia un governo stabile e non fluttuante».

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