Si chiude un’era: quella dell’esibizione obbligatoria del documento d’identità insieme alla carta d’imbarco al gate di partenza per volare nell’area Schengen.
D’ora in poi basterà solo mostrare la seconda per i viaggi domestici e in 25 dei 27 Stati membri dell’Ue – di cui fanno parte oltre 450 milioni di persone – oltre ai Paesi aderenti all’Associazione europea di libero scambio: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Et voilà, ecco la vera novità dell’estate 2025, cotta e mangiata, che porta la firma dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), dopo il via libera del Viminale, che ha posto una condizione: prevedere la verifica della concordanza al gate anche per quelle tratte interne non fisse, ma individuate come sensibili per l’emigrazione irregolare. Tra queste, forse, la Francia.
La novità è stata già testata su alcune tratte, anche se per ora l’Enac – che l’ha definita una “modifica del programma nazionale per la sicurezza dell’aviazione civile” – non ha annunciato la data ufficiale, a partire dalla quale dovrà essere applicata la nuova norma.
A fare da apripista lo scorso 6 luglio i passeggeri del volo Ryanair Bergamo-Minorca, in fila e carta d’identità alla mano, come al solito. Tutti rimasti spiazzati quando è stato annunciato che non era più necessario esibirla, come già avviene in Germania, ad esempio.
Per molti, ma non (ancora) per tutti: “Chi viaggia in Irlanda – ricorda il Corriere della Sera – dovrà continuare a esibire un documento, mentre Cipro è in fase di piena applicazione della rimozione delle barriere doganali. In base alle stime di settore, entro fine 2025 potrebbero usufruire della novità 51 milioni di viaggiatori in partenza dagli scali italiani, arrivando anche a 92 milioni considerando l’intero 2026″. Naturalmente la carta d’identità va mostrata per l’area extra Schengen.
Così come dev’essere chiaro che il documento non va lasciato a casa: innanzitutto perché potranno esserci controlli a campione, ma comunque servirà per il ritorno in Italia da uno dei Paesi che non prevedono l’agevolazione. Inoltre, è indispensabile per chi procede al check-in nelle postazioni della compagnia in aeroporto e per la conseguente procedura di emissione della carta d’imbarco.
E sempre al Corsera il presidente Enac, Pierluigi Di Palma, ha precisato: «Il rischio che qualcuno passi il gate con la carta di imbarco di qualcun altro è sventato da tutti i filtri di sicurezza, visibili e non visibili, che esistono negli scali. E posso assicurare che per chi viola le norme le sanzioni sono severissime».
QUALCOSA È CAMBIATO
Fino a oggi, precisa l’Enac, era la compagnia aerea la “responsabile della verifica al gate, all’atto dell’imbarco, della concordanza tra il nominativo del passeggero riportato sulla carta d’imbarco con quello risultante da un documento di identità, previo riscontro visivo dell’identità del passeggero”.
“La mancata applicazione della verifica della concordanza – precisa ancora l’Ente – non compromette un adeguato livello di sicurezza in quanto garantito dall’applicazione delle specifiche misure di sicurezza per lo screening del passeggero, come prescritto dalla vigente normativa dell’Unione europea”.
Significa, in sostanza, che chi si trova all’interno della cosiddetta “area sterile” dell’aeroporto è già controllato perché ha superato i varchi con i metal detector e le macchine radiogene. E allora che restyling sia.

