I 55 milioni di clienti Revolut hanno speso 23 miliardi di euro nel 2024 durante i loro viaggi all’estero, con l’Italia sul terzo gradino del podio delle destinazioni preferite nel mondo grazie a una quota del 7% della spesa totale. Al primo posto troviamo la Spagna all’11%, seguita dal Regno Unito con il 9%. Il quadro – tracciato dal primo Global Travel Spending Report 2024 della fintech britannica che ha analizzato la spesa in 24 Paesi in tutto il mondo – indica che ben il 28% di questi soldi è stato investito in ristoranti, mentre il 20% in shopping e e il 17% in generi alimentari.
Circa l’età dei viaggiatori, a spendere di più (il 42%) sono stati quelli tra i 25 e i 34 anni, mentre al secondo posto con il 19% ci sono i 18-24enni. A ruota segue la fascia tra i 35 e 44 anni con una quota del 17%.
MENO EUROPA, PIÙ LONG HAUL
Sebbene le destinazioni più gettonate per gli italiani rimangano in Europa, alcuni importanti hub di viaggio europei sono in calo nel 2024 a vantaggio di mete a lungo raggio: il Regno Unito segna il -11%, la Svezia il -9%, la Polonia il -5% e l’Irlanda e la Svizzera il -4%, segue la Francia al -2%. Tuttavia, alcuni Paesi europei rimangono popolari tra i nostri connazionali e hanno registrato una crescita, in particolare i Paesi Bassi (+10%), la Grecia (+9%) e l’Ungheria (+17%). Invece, in termini di spesa la classifica delle top destination 2024 degli italiani è la seguente: Uk (13%), Francia (12%), Spagna (11%), Svizzera (7%), Usa (6%), Emirati Arabi (4%), Romania (4%), Grecia (4%), Irlanda (3%), Portogallo (3%).
«Le destinazioni tradizionali europee, ma anche quelle nordamericane, stanno registrando un calo della spesa, poiché i viaggiatori cercano alternative più convenienti ed esperienze culturali diverse – ha commentato Ignazio Zunzunegui, head of growth Southern Europe di Revolut – Asia, Medio Oriente e alcune aree dell’America centrale e meridionale stanno vivendo una crescita sostanziale, trainata da una fascia demografica più giovane. I Millennial, chi ha tra 25 e 34 anni, e la Generazione X, tra i 35 e 44 anni, sono tra i principali motori della spesa internazionale e plasmano le tendenze di viaggio long haul. Anche la Generazione Z, 18-24 anni, sta aumentando la propria quota di spesa all’estero ed è molto attiva in Asia».
PAESE CHE VAI “GEN” CHE TROVI
E infatti dal Global Travel Spending Report di Revolut emerge che il 67% della spesa complessiva degli italiani all’estero continua a essere destinato ai primi 10 Paesi – che includono Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, oltre alle destinazioni europee più classiche – ma la voglia di viaggiare si muove anche altrove. I riflettori sono puntati su altri angoli del globo: Argentina, Sri Lanka e Giappone stanno vivendo una notevole impennata. Anche il Sud-est asiatico e alcune parti dell’America Latina stanno assistendo a un afflusso di spesa italiana.
Mentre il Sudamerica registra i maggiori picchi di spesa, trainati dall’Argentina, l’Asia sta attraendo un’ondata più giovane di viaggiatori italiani, in particolare Gen Z e Millennial. Il Sudamerica registra ancora una spesa notevole da parte delle fasce di età più anziane, mentre l’Asia sta catturando l’immaginazione – e gli euro – dei viaggiatori più giovani. La Gen Z si sta dirigendo maggiormente in luoghi come la Corea del Sud e il Giappone, segnalando un cambiamento gene- razionale nei comportamenti di viaggio.
SOGGIORNI PIÙ LUNGHI
Guardando al futuro, la spesa dei viaggiatori italiani continuerà a spostarsi verso est e sud del mondo. E la Gen Z rappresenterà una quota crescente, soprattutto nelle destinazioni più tecnologicamente avanzate e social media friendly. «Con il mondo sempre più connesso e il lavoro più flessibile, ci si aspetta che la spesa per i viaggi evolva in termini di durata del soggiorno, frequenza degli spostamenti e gestione del denaro – ha concluso Zunzunegui – Molti viaggiatori spendono come i local, ristoranti e shopping sono in cima alla lista. Si riscontra una tendenza verso soggiorni più lunghi e alloggi indipendenti. Non si tratta più solo di visitare luoghi di interesse, ma di vivere il territorio, anche se solo per una settimana».

