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Così ripartirà il travel secondo Deloitte

Andrea Poggi, Deloitte

Da Deloitte arriva la ricetta per la ripartenza del mondo del turismo. «Innovazione, coesistenza digitale-fisico, iper-personalizzazione, rafforzamento dei rapporti tra pubblico e privato, spinta allo slow tourism». Sono queste, secondo Andrea Poggi, innovation leader di Deloitte North South Europe, le priorità per il rilancio a livello internazionale del settore, messo a dura prova dalla pandemia e alle prese con le incognite per i mesi che verranno.

Poggi ha presentato sul blog di Deloitte Italia i dati rielaborati dal network e resi noti dalle associazioni di categoria, che nei giorni scorsi avevano scritto una lettera attraverso Federturismo al presidente della Repubblica Mattarella, “per chiedere misure a sostegno di un comparto che rappresenta la prima industria italiana”.

«Il turismo nel corso dell’anno ha risposto comunque con una capacità imprenditoriale singolare, cercando di intercettare e interpretare i nuovi trend del 2020 nati come risposta alle difficoltà emerse dalla pandemia, iniziando a offrire prime soluzioni innovative e tecnologiche capaci di rispettare le restrizioni governative agli spostamenti e di rispondere con efficacia alle nuove esigenze di sicurezza e flessibilità dei viaggiatori», ha aggiunto l’innovation leader.

In Italia nel 2020 i visitatori sono diminuiti del 46% rispetto al 2019, per un totale di 53 milioni di viaggiatori in meno. Grazie all’innovazione, il mondo della cultura e del turismo non si sono fermati nemmeno durante il lockdown totale, ma hanno assistito alla nascita di numerose iniziative digitali. Molti musei si sono “trasferiti” online, affiancando alla visione delle opere servizi aggiuntivi interattivi. Tuttavia, il trend del futuro non potrà essere totalmente virtuale: il denominatore comune è la coesistenza di digitale e fisico, dove il digitale potenzia o abilita la parte esperienziale. Da una ricerca esclusiva Deloitte svolta in Italia è emerso che solo il 13% degli intervistati dichiara di preferire la fruizione totalmente digitale per musei, cinema, spettacoli teatrali, mentre il 44% del campione è favorevole a un modello ibrido.

«Le tecnologie dovranno rispondere alle esigenze dell’uomo – ha aggiunto Poggi –Passato questo momento, l’aspetto tecnologico non dovrà prevaricare e sostituire quello umano, ma ne sarà un necessario completamento, arricchimento e supporto, semplificando l’accesso e la fruizione per avvicinarsi al cittadino. L’innovazione è la stella polare per il rilancio del turismo, attraverso investimenti in un ecosistema tutto italiano, fatto di startup, pmi e nuove soluzioni alimentate da programmi di Open Innovation e Trasferimento Tecnologico, dove Ricerca, Business Communities e Pubblico collaborano per trovare soluzioni innovative accessibili a tutti gli operatori turistici e in linea con i bisogni di sicurezza e di personalizzazione dei turisti stessi. Il Next Generation Fund costituisce un’opportunità senza precedenti per invertire la rotta e stimolare il turismo, partendo dai pilastri di innovazione e sostenibilità: l’Italia ha tutte le carte in regola per farlo con successo e proporsi come leader di un rinnovato turismo negli scenari europei e globali».

Sul fronte innovazione, c’è stata l’accelerazione dello staycation, con nuove piattaforme tecnologiche come ByHours che permettono di prenotare micro-stay di pochi giorni o ore per meeting di lavoro o per godersi la propria città da turista. L’innovazione permette anche di rispondere a utenti sempre più esigenti e attenti all’esperienza in tutte le fasi del “tourist journey”, attraverso un “turismo iper-personalizzato”. Secondo un report di Selligent, l’83% dei millennial è disposto a condividere i propri dati per un’esperienza di viaggio migliore e più personalizzata; l’85% dei viaggiatori di tutte le età ritiene che gli itinerari personalizzati siano molto più allettanti delle soluzioni standardizzate.

L’aumento della richiesta per un turismo più personalizzato e meno massificato è anche una conseguenza di una consapevolezza maggiore degli impatti sul territorio e sulla natura. La transizione verso un settore più verde passa attraverso l’innovazione e la digitalizzazione. Alcuni operatori del settore si sono già attrezzati per adattarsi alle nuove esigenze del consumatore. Per esempio, Skyscanner ha implementato in 30 mercati le “Greener Choice Labels”, etichette che segnalano ai viaggiatori quali sono i voli che emettono meno Co2. Sempre in tema di sostenibilità, per esempio, l’isola greca di Astypalea, attraverso una partnership tra pubblico e privato, ha creato un progetto per rendere i trasporti sull’isola completamente elettrici.

«Il turismo è uno dei pilasti fondanti dell’economia italiana e del suo celebre Made in Italy e nel “new normal” sarà necessario puntare sulle potenzialità del Paese in termini di bellezza paesaggistica e patrimonio culturale – ha ricordato Poggi – Bisognerà riattivare i flussi turistici, non solo quelli internazionali, le cui presenze nel 2019 avevano raggiunto quasi i 218 milioni, ma anche dei turisti italiani, che contavano 215 milioni di presenze nel 2019, proponendo un’offerta nazionale sempre più personalizzabile e innovativa, ma soprattutto sostenibile e accessibile.

Secondo Deloitte, il piano strutturato da attuare adesso deve attivare tre variabili:

  1. Puntare sul rafforzamento dei rapporti tra pubblico e privato. Tramite il potenziamento degli uffici di rappresentanza all’estero potrebbe essere possibile promuovere con maggiore forza sul suolo estero il Made in Italy
  2. Il governo potrebbe supportare l’imprenditorialità innovativa privata tramite il rafforzamento del patrimonio culturale e territoriale, fatto non solo di opere ma anche di esperienze, usando innovazione e tecnologie come leve essenziali per renderlo più accessibile e conosciuto
  3. Portare avanti un piano di sostenibilità e di valorizzazione di luoghi meno conosciuti, perfetti sostituti delle mete di massa, per sostenere lo slow tourism, le comunità e le culture locali, rendendole una leva di sviluppo. Innovazione, sostenibilità e green servono a diffondere la conoscenza e incentivare la rinascita dei borghi e dei centri storici, promuovendo ad esempio il turismo in bici che, nel solo 2019 ha generato 55 milioni di pernottamenti, il 6% della domanda turistica italiana.
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