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Crisi Thomas Cook: se vendere Condor non basta

C’è bisogno di liquidità, tanta liquidità, per risollevare la situazione finanziaria di Thomas Cook. E potrebbe non essere sufficiente la vendita della divisione aerea del Gruppo – Condor in Germania e Thomas Cook Airlines in Uk e Scandinavia – per ristabilire una certa tranquillità.

Dopo la notizia dell’offerta di Lufthansa per Condor, infatti, le azioni del Gruppo inglese sono cresciute dell’11%, un risultato positivo che diventa più contenuto se messo a confronto con il -80% perso dal titolo in Borsa nel corso degli ultimi dodici mesi. Ma quello che preoccupa prima di tutto gli investitori è il debito di Thomas Cook che ammonta a circa 1,4 miliardi di sterline.

La vendita della divisione aerea, infatti, farebbe entrare nelle casse del Gruppo circa 400 milioni di sterline, un bel gruzzolo sì, ma che potrebbe essere insufficiente. Per questo si rincorrono le voci di una successiva vendita anche di altri asset della compagnia inglese.

L’emergenza, infatti, è quella di riuscire ad affrontare l’inverno 2019-20 con sufficiente liquidità nelle casse, che al momento sembrano essere quasi vuote. La holding cinese Fosun International, per esempio, sarebbe ancora indecisa se aumentare la sua quota di partecipazione nel Gruppo, soprattutto a fronte di una situazione economica rivelatasi peggiore del previsto. Timide, anche, le reazioni del fondo di private equity Kkr, che aveva avanzato un interessamento per l’acquisto della maggioranza delle azioni di Thomas Cook.

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