Decolla l’Europa dei voli:
“Piena ripresa già nel 2024”

by Gabriele Simmini | 20 Maggio 2022 11:10

La piena ripresa del traffico aereo europeo arriverà un anno prima: nel 2024, infatti, Aci Europe stima il ritorno ai numeri pre Covid nel continente con un anno di anticipo rispetto alle previsioni rilanciate qualche mese fa dalla stessa associazione che raggruppa il sistema aeroportuale europeo.

Non solo, anche le stime per quest’anno vedono una rivalutazione: se lo scorso ottobre Aci Europe prevede di chiudere il 2022 con un -32% di volumi di traffico rispetto al 2019, ora la stima è scesa al -22%.

Una ventata di ottimismo sospinta dalle numerose rotte operative per la summer su tutto il continente e dal continuo allentamento delle restrizioni; ma Aci Europe non abbassa la guardia e chiede cautela a tutti i player del trasporto aereo perché ci sono comunque tre grossi nodi che possono rallentare nuovamente la ripresa.

Nel dettaglio, l’associazione segnala di prestare attenzione alla crisi geopolitica dovuta al conflitto in Ucraina; alla minaccia di nuove varianti Covid che potrebbe sorgere nell’autunno; e alla crisi energetica ed economica che si sta abbattendo sia sull’Europa sia sul resto del mondo. E gli aeroporti che sono più a rischio sono proprio quelli più grandi, che sarebbero i più colpiti da un nuova ondata di crisi dei viaggi.

Tornando ai numeri, però, gli aeroporti europei avranno circa 540 milioni di passeggeri in meno rispetto al 2019, con conseguente perdita complessiva dall’inizio della pandemia di oltre 3,7 miliardi di passeggeri. Come ormai assodato, infine, il recupero del traffico continentale è guidato dal leisure e dall’enorme capacità messa in campo dai vettori low cost (Ryanair e Wizz Air in primis, ndr)

Il direttore generale di AciEurope, Olivier Jankovec, ha dichiarato: «Al momento, le prestazioni del traffico passeggeri stanno superando perfino le migliori previsioni possibili, ma la storia degli ultimi tre anni suggerisce cautela, soprattutto perché non abbiamo ancora un modello di risposta consolidato in Europa – figuriamoci a livello globale – su come affrontare il sistema dei trasporti in relazione alle future varianti Covid-19. A questo si aggiunge il rischio di un aumento delle tensioni geopolitiche internazionali a causa della guerra tra Russia e Ucraina e la conseguente minaccia di stagflazione per tutta l’area Ue. Non dobbiamo, quindi, abbassare la guardia»·

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