Design, lusso e sport invernali: i trend del gigante asiatico

by Mariangela Traficante | 6 Febbraio 2019 7:00

Design, sport invernali e lusso: saranno questi i nuovi asset del turismo cinese che spingeranno il Paese verso il primo gradino del podio delle destinaizoni mondiali. Tre grandi settori che beneficieranno anche della spinta della nuova classe media d’Asia e dell’allentarsi delle restrizioni sui visti, oltre ai piani di sviluppo messi in campo dal governo di Pechino. Secondo uno studio della società di consulenza McKinsey & Company, infatti, la Cina quest’anno supererà gli Stati Uniti nel mercato del lusso, ma un ruolo nella crescita dei flussi potrebbero giocarlo anche gli investimenti sulle attrazioni legate al design.

È stato infatti inaugurato a novembre dell’anno scorso il nuovo iADC, International Art Design Center di Shenzhen, un centro espositivo di oltre 1,5 milioni di metri quadrati che punta a diventare il riferimento di tutta la Cina meridionale offrendo esposizioni, mostre e locali tematici, dall’arredamento al lifestyle all’interior design. Il centro offre anche un accesso al mercato e una vetrina per le aziende italiane. Grazie all’accordo con Federlegno, infatti, il complesso dà ospitalità a decine di showroom dei più noti brand del made in Italy. All’interno di iADC è presente anche un Art Town – un distretto commerciale con boutique, laboratori artigiani, gallerie di belle arti e ristoranti – con l’obiettivo di attrarre giovani artisti e designer. Non manca, naturalmente, il quartiere residenziale, ed è in cantiere anche la costruzione di alcuni boutique hotel e un museo a tema.

Il China Design Museum di Hangzhou, invece, è un imponente complesso di marmo e arenaria rossa  aperto recentemente nel campus della Chinese Academy of Art ed è firmato dagli architetti portoghesi Álvaro Siza e Carlos Costanheira. Con 16mila metri quadri di superficie totale, punta a essere una destinazione multi-funzione, con sale espositive (compresa una collezione del Bauhaus), spazi per laboratori, design store, caffè e roof garden. Ma i riflettori del Paese del Dragone sono già puntati anche su altri settori.

Nel febbraio del 2022, infatti, Pechino ospiterà i Giochi Olimpici invernali insieme alle aree di Yanqing e a Chongli. I cantieri sono aperti? Sì, ma non in maniera grandiosa. Perché l’obiettivo è quello di spendere praticamente un decimo rispetto alle Olimpiadi estive del 2008. Lo ricorda anche Focus Cina, il progetto di Fondazione Italia Cina e Ispi, rivolto alle imprese che intendono investire nella Repubblica Popolare.

E Pechino lavorerà per riutilizzare le strutture già esistenti, come il Nido d’uccello, lo stadio Olimpico che ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura, mentre le gare indoor saranno in strutture riadattate, come le vecchie aree industriali per il freestyle, o la piscina olimpica che potrebbe essere riconvertita per il curling. Gli yuan risparmiati, probabilmente, verranno investiti in uno degli obiettivi legati ai Giochi: promuovere il turismo sportivo invernale.

Il piano nazionale punta a coinvolgere fino a 300 milioni di persone entro l’anno delle Olimpiadi: si concentra la spinta su sci, hockey su ghiaccio e pattinaggio, con la creazione di centinaia di piste e resort. La Fondazione Italia Cina riporta i dati di China Tourism Academy secondo cui, mentre a fine 2017 erano 26 le località cinesi sedi di sport invernali con 170 milioni di utenti, entro l’anno prossimo dovrebbero salire a una quarantina con un raddoppio degli interessati.

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