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Dietro le quinte di Giver: lo specialista del Nord si racconta

«Pagherò solo quando sarò tornato dal viaggio, se sarò rimasto contento del servizio ricevuto». I nomi non si fanno ovviamente, ma nella storia decennale di Giver è capitato anche questo: un Vip che dopo mille cambiamenti di programma e un rientro anticipato causa noia e maltempo, abbia saldato solo una minima parte dell’importo previsto.

«Ma per fortuna si tratta di casi rarissimi», ci tiene a precisare Cristina Ferrando, product manager Nord Europa, che della programmazione dell’operatore genovese conosce anche i segreti più nascosti. «La nostra è una clientela molto consapevole, che rispetto alla media italiana acquista in anticipo i viaggi. Insomma – dice – di solito sa a cosa va incontro quando sceglie di venire da queste parti, dove può anche accadere di trovare brutto tempo per giorni e giorni. Ma proprio qui sta il bello, con paesaggi mozzafiato che vanno assaporati lentamente proprio, perché così diversi da quelli a cui siamo abituati».

E pazienza se qualche volta bisogna un po’ adattarsi: «In Norvegia, ad esempio, le strutture non sempre sono all’altezza di quello che si paga», sottolinea Giorgia Paciotta, direttore commerciale dell’operatore genovese. «Piuttosto, siamo gli unici in Italia a non lavorare con corrispondenti locali. Tour e itinerari sono tutti di nostra produzione, con soluzioni e plus che gli altri non hanno per rendere il viaggio originale, anche quando si toccano le mete più turistiche, in estate e in inverno».

Proprio come avviene sull’Hurtigruten, il postale norvegese di cui Giver è agente principale per l’Italia, dove sono sempre di più le escursioni proposte durante la navigazione, da quelle più tranquille a quelle pensate per un target più giovane. «Per francesi e tedeschi, il postale dei fiordi è il viaggio della vita, tutti vogliono farlo. Gli italiani ancora lo conoscono poco, anche perché a volte le agenzie ci scambiano per un prodotto crocieristico, da vendere magari last minute in alternativa a Costa o Msc».

Proprio per questo, uno degli obiettivi dell’operatore rimangono gli investimenti sul trade, con roadshow, partecipazione alle fiere a l’unificazione delle pagine Facebook, da sette diventata una. «Vogliamo far conoscere le caratteristiche del prodotto anche attraverso i social, oltre che con news e curiosità sulle destinazioni inserite all’interno del nostro sito, con l’idea di renderlo accessibile anche a un pubblico più giovane di quello attuale», conclude il direttore marketing Andrea Carraro.

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