Site icon L'Agenzia di Viaggi Magazine

Dubbi sul self check-in: chiesto un tavolo al Viminale

self-check-in affitti brevi adobe

Tra i favorevoli e i dubbiosi spunta una richiesta: un tavolo al Viminale. Arrivano a pioggia le reazioni alla sentenza del Consiglio di Stato del 21 novembre 2025, che ripristina l’obbligo del riconoscimento de visu degli ospiti delle strutture ricettive, accogliendo così le istanze di ministero dell’Interno e Federalberghi e annullando definitivamente il verdetto del Tar del Lazio del 27 maggio scorso, che aveva sospeso l’efficacia della Circolare del Viminale in merito.

A caldo erano arrivati i commenti positivi di Airbnb — “È la conferma che il self check-in rimane consentito quando viene utilizzata una tecnologia che permette la verifica in tempo reale dell’identità dell’ospite” – e Confindustria Alberghi: “La misura torna valida anche per B&B e affitti brevi a tutela di sicurezza e residenti ed è in linea con quanto già previsto per le altre tipologie di strutture ricettive”.

Marco Celani, presidente Aigab (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), fa notare che «la sentenza del Consiglio di Stato conferma la possibilità di utilizzare alcune tecnologie di riconoscimento degli ospiti a patto che dimostrino l’ingresso degli stessi in appartamento. La sentenza apre a quanto proposto da Aigab al Viminale nei mesi di interlocuzione seguiti alla famosa Circolare del novembre 2024. Auspichiamo quindi un’imminente convocazione di un tavolo presso il ministero dell’Interno per chiarire una volta per tutte le varie tecnologie ammesse dal Viminale ai fini del riconoscimento degli ospiti che entrano in struttura».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Aigo, Claudio Cuomo: «Nei prossimi giorni chiederemo un incontro urgente al ministero dell’Interno per avere chiarimenti sulle sorti delle soluzioni tecnologiche discusse nei precedenti confronti istituzionali e per ribadire un punto per noi decisivo: sicurezza e tracciabilità sono obiettivi condivisi, ma devono essere perseguiti con strumenti sostenibili, che permettano alle strutture ricettive, e in particolare all’extralberghiero, di continuare a lavorare in modo competitivo e conforme alle regole».

«In attesa di poter esaminare il testo integrale del provvedimento – osserva ancora Cuomo – esprimiamo forte preoccupazione per le ricadute su un comparto che da anni è sottoposto a vincoli e adempimenti crescenti, spesso senza che venga considerata la specificità delle micro e piccole imprese extralberghiere».

Fa scattare un allarme anche Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e ceo di Apartments Florence. «Sembrerebbe che la decisione del Consiglio di Stato non implichi il divieto totale del self check-in, ma solo di alcune modalità. Ci riserviamo di studiare bene il testo, ma i “festeggiamenti”di Federalberghi e anche del ministro Piantedosi ci sembrano comunque fuori luogo. Il tema di fondo è e resta dare regole chiare, uniformi e uguali per tutti gli operatori del settore turismo, così invece si rischia il caos delle interpretazioni”.

«Da una prima lettura – spiega Fagnoni – quello che sembra emergere è che la verifica potrà essere effettuata tramite dispositivi tecnologici come videocamere, sistemi live di videocollegamento, Qr code che sbloccano l’accesso solo dopo la conferma dell’identità o tramite sistemi biometrici. Ciò che non sarebbe consentito è la raccolta dei documenti senza alcun controllo visivo».

E ancora: «Il riconoscimento si potrà fare tramite una telefonata via social network? L’eventuale divieto totale riguarderà tutti, anche i tanti hotel che usano da tempo sistemi di self check-in nell’assordante e forse imbarazzato silenzio di Federalberghi?».

Avanti il prossimo.

Exit mobile version