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E ora l’electronics ban sui voli mediorientali

Stati Uniti e Regno Unito mettono al bando i dispositivi elettronici sugli aerei che siano più grandi di uno smartphone. Dopo l’Immigration ban, l’amministrazione Trump vara una disposizione, nelle intenzioni anti terrorismo, che piace anche ai britannici e avrà sicure ripercussioni sui viaggi in aereo. Nello specifico la disposizione impone a tutti i passeggeri che raggiungono in volo gli Usa da Giordania, Egitto, Turchia, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi e Marocco di non entrare in cabina con laptop, tablet, stampanti portatili, lettori cd e dvd, e-book, fotocamere e videogame. Tutte queste apparecchiature dovranno essere lasciate a casa o riposte nel bagaglio da stiva.

Il bando sarà applicato a una cinquantina di voli quotidiani per gli Usa di nove compagnie fra Royal Jordanian, EgyptAir, Turkish Airlines, Saudi Airlines, Kuwait Airways, Royal Air Maroc, Qatar Airways, Emirates ed Etihad Airways, in partenza da 10 aeroporti internazionali: Amman, Il Cairo, Istanbul, Gedda, Ryad, Kuwait City, Doha, Dubaï, Abu Dhabi e Casablanca.

L’electronic ban, che entrerà in vigore dal 25 marzo fino al 14 ottobre, è piaciuto anche al Regno Unito che ha deciso di adottarlo emanando specifiche misure di riferimento per i device consentiti, lunghezza 16 centimetri, larghezza 9,3 e spessore 1,5, e si applicherà ai passeggeri diretti nel Regno Unito da Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia e Arabia Saudita. A gestire le nuove restrizioni in quest’area saranno British Airways, EasyJet, Jet2, Monarch, Thomas Cook e Thomson, e le compagnie straniere Turkish Airlines, Pegasus Airways, Atlas-Global Airlines, Middle East Airlines, Egyptair, Royal Jordanian, Tunis Air e Saudia.

La misura sarebbe un deterrente contro il terrorismo. Stando a quanto riportato da Corriere.it, infatti, i funzionari americani hanno spiegato di aver alzato la soglia di attenzione rispetto a possibili attentati compiuti a bordo di voli partiti dal Medio Oriente e dal Nord Africa con rotta verso gli Usa. Una motivazione che ha convinto anche Theresa May e il suo staff.

«Temiamo che gruppi terroristici potrebbero aggirare la sicurezza degli aeroporti salendo a bordo con esplosivi inseriti negli apparecchi elettronici», ha spiegato il Dipartimento statunitense per la sicurezza domestica. Ufficialmente, Washington ha maturato questa decisione a seguito degli attentati negli scali di Bruxelles e Istanbul e degli incidenti aerei del 31 ottobre 2015, schianto del velivolo Metrojet sul Sinai, e l’esplosione di un pc portatile a bordo dell’Airbus Daallo Airlines il 3 febbraio 2016.

Sempre riguardo all’origine del provvedimento la Cnn citando un membro dell’amministrazione Trump, parla di conseguenza alla minaccia proveniente da Aqpa, il braccio yemenita di Al Qaeda. Mentre The Guardian ricorda che il nuovo ban arriva a poche ore dal vertice a Washington della coalizione internazionale anti Isis guidata dagli Usa, che vedrà la partecipazione di 68 Paesi.

A partire dal 21 marzo, le compagnie hanno 96 ore per vietare ai loro passeggeri di imbarcare apparecchiatura elettronica, uniche eccezioni, i congegni medici e medicali.

Secondo Repubblica, la Royal Jordanian, che ha già informato i suoi passeggeri, ha fatto sapere che il provvedimento avrà effetti sui suoi voli verso New York, Chicago, Detroit e Montreal. I sauditi hanno ammonito della conseguenze sulle tratte da Riad e Gedda, mentre la Turchia ha duramente reagito attraverso il ministro dei Trasporti Ahmet Arslan, che ha chiesto al governo americano di «rivedere la decisione o di alleggerire le misure» a cui saranno sottoposti i passeggeri, sottolineando che la «compagnia prende già ogni misura di sicurezza necessaria a garantire voli sicuri a tutti i passeggeri che affollano gli 80 milioni di voli che annualmente partono da Istanbul».

Oltre a possibili incidenti diplomatici, le nuove regole potrebbero impattare pesantemente i flussi turistici verso questi due Paesi. Senza contare i disagi cui i passeggeri verranno sottoposti, non solo quelli provenienti dall’area Medio Orientale. Le restrizioni infatti si applicheranno anche a tutti coloro che faranno scalo in uno degli aeroporti delle città indicate come sottoposte al bando.

Su un volo per Los Angeles in partenza da Milano con scalo a Istanbul, ad esempio, i passeggeri con pc portatile dovranno decidere se imbarcare in stiva il computer fin dall’Italia, oppure se tenerlo fino allo stop in Turchia, qui inserirlo nel bagaglio a mano, e quindi mandare in stiva anche questa borsa con il pc diventato “illegale”. Il tutto rifacendo, ovviamente, i controlli di sicurezza di rito.

Di sicuro ad alimentare le polemiche per questa decisione, nelle prossime ore, oltre alle accuse di discriminazione da parte di enti e associazioni, ci saranno anche i pareri degli esperti, già chiamati in causa dai media. In molti hanno già dichiarato che il bando sarebbe inutile almeno per due motivi: la possibilità che le batterie dei dispositivi elettronici si surriscaldino e creino incidenti, non intenzionali, all’interno delle stive degli aerei, e soprattutto l’idea che la pericolosità dell’oggetto sia legata alla sua grandezza.

Nell’era del digitale, infatti, sono le memorie a fare la differenza non la dimensione del device che le monta, e moltissimi smartphone sul mercato sono, ormai, in grado di compiere più operazioni e incamerare dati in maniera maggiore e più rapida di diversi laptop.

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