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Effetto caro prezzi sul travel: l’indagine di Fto

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La pandemia, la guerra, il caro energia e l’inflazione: sono le preoccupazioni che più assillano tour operator e agenzie di viaggi all’inizio dell’autunno, dopo una stagione estiva fatta di luci e ombre e una marginalità delle vendite sempre più assottigliata.

A misurare il polso del settore ci ha pensato la Federazione Turismo Organizzato (Fto) di Confcommercio, con un questionario di valutazione che serve anche a ricevere dei feedback precisi sull’operato dell’associazione.

Il 40,8% delle aziende è preoccupato per la complessità del lavoro, il 24% per la carenza di risorse umane e competenze, il 23,5% per il volume delle vendite e il 14% per la situazione finanziaria.

Sugli obiettivi per il futuro, oltre al miglioramento della marginalità e delle vendite stesse, si segnala soprattutto l’esigenza di semplificare i processi interni e la gestione delle pratiche (51,4% del campione), di crescere nel marketing e nell’uso dei social (39,1%) e di bilanciare meglio tempi di vita e di lavoro (34,1%).

«Mi auguro che chi avrà l’incarico di guidare il nostro Paese dimostri la sensibilità che il turismo merita – ha commentato Franco Gattinoni – Si tratta infatti di un settore chiave per l’economia italiana, che tuttavia non è ancora uscito definitivamente da due anni e mezzo terribili e necessita di un’attenzione politica senza precedenti».

Quanto all’operato di Fto, nove imprese su 10 giudicano molto positivamente la loro esperienza in associazione, e il 94,4% di esse si è sentito sostenuto nella risoluzione dei problemi dal presidente Franco Gattinoni e dal suo team. Il 97,8% ha ritenuto soddisfacenti le informazioni fornite e per il 99,5% dei rispondenti la quota associativa è adeguata o persino bassa rispetto ai servizi offerti.

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