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Effetto Covid nel trasporto su gomma: il rapporto CheckMyBus-Traspol

sondaggio

La pandemia ha letteralmente stravolto il trasporto su gomma, e in particolare l’intero sistema delle autolinee con una forte lievitazione delle tariffe (+50%) e una radicale trasformazione del bacino d’utenza con un preponderante utilizzo da parte dei giovani. È la fotografia scattata dal rapporto firmato CheckMyBus-Traspol, che ha analizzato l’andamento di questo comparto nel 2020 caratterizzato dalle ondate di contagi da Covid-19.

I ripetuti lockdown e i costanti cambi di regolamento sulle quarantene hanno segnato un periodo che ha fatto registrare un consistente e prevedibile calo nella domanda. Anno difficile per le aziende di trasporto e per le utenze: tutto il mondo dei servizi legati al turismo si è praticamente fermato. E gli italiani non solo hanno viaggiato meno, ma hanno anche viaggiato diversamente.

Nel primo quadrimestre del 2020, ad esempio, è stata certificata una forte riduzione delle ricerche su CheckMyBus fino al 75%, con una parziale ripresa su tutta la linea a partire dalla tarda primavera, che prosegue fino in estate. I livelli raggiunti non sono mai stati superiori a quelli di gennaio e il confronto con gli anni precedenti svela un crollo di 2/3 delle ricerche. Con ottobre e il ritorno delle restrizioni, dovute alla seconda ondata, il trend è tornato negativo fino alla fine dell’anno.

In controtendenza con gli anni precedenti anche l’andamento dei prezzi: le compagnie, per recuperare i costi dei tanti mancati introiti, hanno aumentato i ticket di circa il 50%, soprattutto nel secondo semestre.

Inoltre, guardando alle differenze regione per regione, si nota come il Sud, meno colpito all’inizio della pandemia, abbia ripreso a viaggiare prima rispetto al Nord. Le rotte più cercate sono state tra Lazio-Abruzzo (11%) e Campania-Abruzzo (6%). La Calabria compare in quasi un quinto delle ricerche, in particolare accoppiata con la Lombardia, nonostante le corse così lunghe siano state quelle che hanno più sofferto.

La pandemia non ha significato, però, solo un calo generale dei trasporti, ma anche una modifica delle abitudini dei viaggiatori: l’utenza è stata divisa quasi a metà tra uomini e donne, dopo anni di maggioranza femminile. I giovani hanno in proporzione viaggiato di più, sicuramente aiutati dal minor rischio alla propria salute, e possibilmente anche dall’incremento della digitalizzazione di tante compagnie italiane.

Per quanto riguarda i collegamenti con gli aeroporti, le rotte più lunghe sono quasi scomparse, lasciando il campo a spostamenti più brevi, diretti soprattutto ai maggiori aeroporti di Roma e Milano.

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