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Emergenza Venezia, il Cdm vara aiuti alle imprese

Case, negozi, ristoranti e alberghi sott’acqua. Venezia inizia la conta dei danni mentre il premier Giuseppe Conte annuncia i primi provvedimenti economici per aiutare i veneziani. Il presidente del consiglio scrive su Twitter: «Il governo è solidale e presente, nessuno resterà da solo». Che si traduce nel disporre misure concrete per i cittadini colpiti: «Per quanto riguarda il ristoro dei danni ci sono due fasi: la prima consentirà di indennizzare privati ed esercenti commerciali fino a un limite di 5mila per i privati e 20mila per gli esercenti – dice al termine della riunione in Prefettura a Venezia – Questi soldi potranno arrivare subito, poi quantificheremo i danni più consistenti con più calma e dietro istruttoria tecnica potranno anche essere liquidati quelli maggiori».

Intanto sarà stato di emergenza per Venezia e questo consentirà di disporre le prime dotazioni finanziarie per le spese di primo soccorso.

Conte dichiara inoltre che il 26 novembre verrà convocato il Comitatone interministeriale per la salvaguardia di Venezia, in cui si discuterà la gestione dei problemi strutturali della città, la questione grandi navi e il Mose. Il governo ha intanto annunciato che nominerà Elisabetta Spritz super commissario per sbloccare i lavori del Mose, che si ipotizza possano essere terminati entro un anno. La grande opera progettata per proteggere la città – e costata finora 5,3 miliardi, che arrivano a 7 considerando le opere accessorie – continua a non essere pronta.

ALBERGHI E TURISMO. Sul fronte alberghi, l’acqua alta record non ha risparmiato neppure lo storico Hotel Gritti Palace, con affaccio sul Canal Grande. L’acqua è entrata dall’ingresso principale sommergendo la hall dell’albergo.

«I danni sono al momento incalcolabili, le strutture ricettive stanno fronteggiando la situazione tra mille difficoltà, mentre gli stabilimenti balneari sono rasi al suolo – è il commento del presidente regionale di Confturismo e di Federalberghi Veneto Marco Michielli – Non solo Venezia, ma anche Chioggia, Jesolo, Caorle, Bibione ed Eraclea. L’acqua ha travolto tutta la costa veneta. In queste ore il telefono non smette di suonare: sono i miei colleghi albergatori, i ristoratori, i proprietari dei bar, dei campeggi e i gestori degli stabilimenti balneari che non sanno da che parte girarsi. Lo stato di calamità è il minimo che si possa chiedere. Ma poi bisognerà rimboccarsi le maniche e fare fronte comune per salvaguardare il patrimonio paesaggistico e storico di Venezia, in primo luogo per tutti noi, poi perché è la fonte principale di vita di questa che è la regione più turistica d’Italia».

Per quanto riguarda la Serenissima, Michelli si è unito al grido di allarme con la richiesta di un «intervento urgente e strutturato, che sappia guardare avanti. Ma bisogna fare presto, perché ormai, mentre si attende la messa in azione del Mose, l’opera stessa rischia di rivelarsi inadeguata».

Il presidente di Confturismo Veneto ha poi aggiunto: «Venezia, come noto, soffre sì delle alte maree, ma anche della subsidenza del terreno sul quale poggia. L’effetto combinato e moltiplicatore di questi due fattori, secondo i dati dell’Enea, porterà ad avere, nei prossimi 90 anni, Venezia sommersa di oltre un metro e mezzo, e oltre 5mila chilometri quadrati del territorio veneto coperti dall’acqua. Non c’è tempo da perdere». 

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