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Enit, la carica dei 5 milioni per Fico Eataly World

Si chiama Fico ed è l’acronimo di Fabbrica Italiana Contadina, il sogno di Oscar Farinetti, l’ideatore di Eataly. Il parco dell’agroalimentare italiano aprirà i battenti a Bologna il prossimo ottobre. Una superficie di 80mila metri quadrati che ospitavano il mercato ortofrutticolo in disuso del capoluogo emiliano e che si convertiranno nella “disneyland dell’enogastronomia italiana”.

Una nuova destinazione turistica fortemente connotata dal made in Italy più amato dai visitatori internazionali, il cibo e il buon mangiare. E per la promozione di quello che è destinato a diventare un ulteriore attrattore del nostro paese, è stata siglata una intesa con l’Enit per promuoverlo nei mercati turistici esteri.

«Con Fico Eataly World vogliamo valorizzare le tipicità italiane attraverso degustazioni, divertimento e conoscenza dei nostri territori. Il nostro obiettivo è toccare almeno 5 milioni di visitatori annui: 2 milioni di italiani, 1,5 milioni di stranieri, 1 milione di pensionati e 500mila studenti», annuncia Farinetti.

Un’operazione che ha trovato subito l’avallo del Mibact, come ha spiegato il sottosegretario con delega al turismo Dorina Bianchi: «Sappiamo che generi alimentari e vino sono le categorie merceologiche più acquistate dagli stranieri e dal momento che l’Italia è il primo paese dell’Ue per numero di prodotti agroalimentari Dop e Igp, allestire un vero e proprio parco rappresenta una operazione coraggiosa ma strategicamente azzeccata».

Una sfida tutta privata, resa possibile con il coinvolgimento di una cordata di privati per un investimento complessivo di 100 milioni di euro rilevando un patrimonio pubblico che fra 40 anni tornerà in gestione al Comune di Bologna, proprietario all’80% (il restante 20% è della Regione Emilia Romagna) del terreno dove sorgerà Fico.

«E in questa fabbrica – come ha evidenziato l’amministratore delegato di Fico Eataly World, Tiziana Primori – i visitatori troveranno 40 punti di ristoro ad alta tipicità, ma soprattutto stalle, aie, sei giostre educative per bambini, aule didattiche, un cinema, un centro congressi per 1000 persone e ancora botteghe, un mercato per la vendita diretta e aree dedicate allo sport».

E l’intesa raggiunta con Enit, in questa ottica, rappresenta la naturale evoluzione dell’intero progetto perché, come ha spiegato il presidente dell’agenzia, Evelina Christillin: «Nel suo piano triennale, l’Enit ha dedicato un cluster proprio al cibo e agli itinerari del gusto.

Una ricerca condotta da Roberta Milano, direttore digitale Enit, ha infatti mostrato che, nel 2015, oltre 920mila viaggiatori stranieri hanno visitato l’Italia per una vacanza prettamente enogastronomica, con un incremento del +5,9% rispetto al 2014.

La spesa degli stranieri, nel 54% dei casi, viene originata per una vacanza del gusto. Ed è proprio questo valore che è stato ulteriormente sottolineato da Fabio Lazzerini, consigliere Enit: «Dobbiamo migliorare le perfomance non tanto negli arrivi degli stranieri quanto nella loro capacità di spesa. Puntare quindi su altri attrattori e altre occasioni di visita, come potrà essere la frequentazione di Fico, può certamente contribuire ad aumentare la spesa dei turisti e prolungare i loro soggiorni. Inoltre questo parco è finalizzato ad un’altra delle priorità che la nuova Enit vuole mettere a frutto, ovvero quella vacanza esperenziale che un paese bellissimo come l’Italia può regalare e sul quale possiamo fare la differenza con altri competitor come Spagna o altri paesi del mediterraneo».

La prima uscita ufficiale di Fico all’estero sarà all’Itb di Berlino con una conferenza stampa e una serie di incontri con il tour operating internazionale. Già perché dalla promozione si dovrà passare alla commercializzazione e Farinetti ha confermato che si sta preparando un programma ad hoc per presentare al meglio Fico agli operatori turistici italiani ed esteri per stimolare la realizzazione di pacchetti turistici che includano l’esperienza all’interno del parco Fico.

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