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Evoluzione Bookingkit, al via la partnership con GetYourGuide

Si allarga la rosa delle collaborazioni di Bookingkit: l’azienda tedesca che offre soluzioni di digitalizzazione per tour e attività è diventata infatti Preferred Partner per l’Europa di GetYourGuide.

«Il nostro futuro passa anche attraverso queste collaborazioni – spiega Gianmarco Pappalardo, country manager Italy di Bookingkit – Mentre altri player hanno deciso di puntare sull’acquisizione diretta, GetYourGuide (che nasce come indipendente e ha ricevuto un finanziamento da 500 milioni di dollari da Softbank, ndr), ha deciso di giocare la carta delle partnership».

UN MILIONE DI PROVIDER. Il mercato si sta muovendo: da Musement in orbita Tui a Google Reserve, da Booking.com che ha acquisito Fareharbor a Tripadvisor che ha rilevato la startup islandese Bokun. Il potenziale è di 126 miliardi di dollari (37 miliardi in Europa) con oltre un milione di provider. Ma si scontra con due ostacoli: scarsa digitalizzazione e frammentazione.

«Gli operatori online sono meno del 21%, un tasso bassissimo rispetto a voli e hotel, perché l’approccio è ancora analogico e manuale e manca un gds dedicato. L’80% dei turisti prende parte a un tour o attività, ma solo uno su tre prenota il servizio online e sono soprattutto stranieri. I canali principali per cercare informazioni? Google, Tripadvisor e Youtube, Instagram e Facebook vengono solo dopo», aggiunge Pappalardo.

I BIG SIX. Eppure i provider sentono una doppia pressione: «Da un lato le Ota, dall’altro i consumatori, abituati a prenotare tutto e subito via smartphone – spiega il founder & ceo Christoph Kruse – La nostra visione è chiara: crediamo in un mondo in cui tra dieci anni tour e attività verranno prenotate come accade oggi con i voli e gli hotel. Il nostro lavoro è fornire l’infrastruttura, il gds. I nostri clienti sono i supplier, non ci rivolgiamo al B2C».

Bookingkit ha deciso di concentrarsi sul Vecchio Continente: Paesi di lingua tedesca, Francia e Italia, mercato che «credo possa superare in performance anche la Germania»,  sostiene Kruse. Prossimo step potrebbe essere la Spagna, uno dei big six, i sei Paesi che da soli fanno l’85% del mercato europeo di questo turismo esperienziale: guidano Germania, Austria e Svizzera col 24%, la Francia è al 18% e l’Italia all’11%.

SEICENTO FORNITORI IN ITALIA. L’Italia è promettente: «Oggi contiamo su 600 provider italiani tra quelli davvero attivi e chi magari ha sottoscritto solo per una volta. Si tratta soprattutto di operatori attivi in tour, in boat tour, per esempio in Sardegna e Costiera amalfitana, e per le grandi città attrattive come scuole di cucina ed escape games. Stiamo guardando da vicino anche il mondo dei musei ma si tratta di una macchina burocratica più complessa», illustra Pappalardo.
La piattaforma mette in connessione i fornitori con interlocutori trade come Ota, marketplace, siti e adv: qual è stato il riscontro delle agenzie di viaggi tradizionali finora? «Dobbiamo ammettere che sono le ultime ad adottare questa tecnologia – spiega il ceo Kruse -, non perché non ne vedano il potenziale, le sfide sono due: da un lato dobbiamo “parlare” con il loro sistema.

Dall’altro è necessario formarle: in Germania abbiamo lavorato insieme ad Amadeus per attività come i webinar e contiamo di farlo anche in Italia». Una spinta alla formazione arriverà anche grazie alla partnership con GetYourGuide e dalla partecipazione agli eventi di settore.

FOCUS ASIA. L’azienda scommette anche sulla collaborazione con Google Reserve e continuerà ad esplorare il mercato asiatico, dalla Cina con Ctrip a Hong Kong con Klok e altri marketplace locali dal Sud-Est asiatico al Giappone: «È un mercato strategico anche per l’Italia – turisti con un tasso di prenotazione pre-partenza molto alto per tour e attività», conclude Christoph Kruse.

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