Nel mondo del turismo lo chiamano “Mister Trenino Rosso”. Dopo vent’anni passati a promuovere il gioiello della Ferrovia Retica, il soprannome calza alla perfezione a Enrico Bernasconi, responsabile Italia della RhB.
Oggi che il celebre treno del Bernina, Patrimonio Unesco, vive un momento di popolarità senza precedenti nel nostro Paese, con lui facciamo il punto su numeri, criticità e progetti futuri.
Cosa vi aspettate per la chiusura del 2025?
«Chiuderemo l’anno con circa 370mila viaggiatori italiani. Un risultato straordinario se pensiamo che vent’anni fa eravamo appena a quota 40mila. Il segreto? Non è solo la bellezza del treno o del panorama. Il Bernina Express è un’emozione lunga 122 chilometri, un’opera d’ingegneria che si fonde col paesaggio alpino trasformandosi in un vero e proprio “film” da vivere dal primo all’ultimo minuto. È il valore umano dell’esperienza che fa la differenza».
Ha parlato di “medaglia a due facce”. Qual è il rovescio di questo successo?
«L’altra faccia riguarda la qualità del servizio e il rispetto per i clienti. Il boom ha generato un serio problema di sovrabbondanza, preferisco questo termine a overbooking. Siamo costretti a dire no a tour operator e agenzie, e fa male vedere persone viaggiare in piedi su un treno panoramico dopo aver pianificato il viaggio per anni. La causa? Un effetto domino innescato dai due anni di chiusura per il Covid-19: mezzo milione di italiani ha dovuto rimandare, creando un “non ci rinuncio” di massa che si è riversato sugli anni successivi».
Quali soluzioni concrete avete in cantiere?
«La soluzione strutturale è già progettata, anche se i ritardi legati alla pandemia ne hanno posticipato l’attuazione. Entro il 2030 avremo quasi il doppio dei treni e nuovi binari per aumentare gli incroci e la capacità di circolazione. Nel frattempo, stiamo lavorando su un’alternativa altrettanto valida: la tratta dell’Albula, l’altra linea RhB Patrimonio Mondiale Unesco che collega Tirano a Thusis».
Cosa offre questo collegamento?
«L’Albula è il proseguimento naturale del Bernina da St. Moritz verso Coira, la storica capitale dei Grigioni. Ma non deve essere percepita solo come alternativa: ha valori propri e merita di essere proposta per quello che è. Il paesaggio poi è più dolce di quello estremo alpino attraversato dal Bernina Express, nonostante il tragitto salga, come da Tirano, sempre da 500 metri fino ai 1800. La grande novità sarà pronta concretamente nel 2026: il progetto Landwasserviertel (Mondo Landwasser), un’offerta esperienziale focalizzata sul famoso Viadotto Landwasser, il ponte in pietra a sei archi e alto 70 metri, il più fotografato al mondo. Prevede un’esperienza immersiva, con un unico biglietto, che include trasferte con impianti di risalita (normalmente chiusi d’estate) per discese a piedi; un treno storico anni ‘20, stile Agatha Christie, tra Davos, Filisur e Bergün, un treno su gomma per raggiungere la base del Viadotto, visite a fattorie locali e ristoranti convenzionati con cucina del territorio. L’obiettivo? Trasformare l’Albula in un parallelo del Bernina, offrendo un’esperienza più distribuita e diversificata».
Come sono i collegamenti dall’Italia?
«Eccellenti, e devo ringraziare Trenitalia. Le Frecce hanno letteralmente avvicinato la Svizzera a tutta la penisola: da Roma in su è ormai routine quotidiana, ma anche il Sud è molto ben collegato. Milano, la città italiana più vicina al nostro punto di partenza, è raggiungibile comodamente da Bari, Brindisi, Cagliari, Palermo e Catania, sia via treno che aereo. Da Milano a Tirano i collegamenti regionali verranno aumentati e i tempi ridotti. Il futuro è dalla nostra parte».
Negli ultimi anni i prezzi sono aumentati…
«Non è il nostro costo ad aumentare. Il problema è il tasso di cambio: l’euro sta perdendo quota rispetto al franco svizzero, dove i nostri prezzi sono fissati. Nonostante la RhB abbia mantenuto le tariffe praticamente inalterate negli ultimi dieci anni, per il cliente italiano il biglietto può risultare fino al 30% più caro a causa della svalutazione dell’euro. È un aspetto complesso da comunicare, ma va spiegato».
Quali target coprite bene e quali mancano all’appello?
«Copriamo molto bene le famiglie con bambini piccoli, fino ai 10 anni, e la fascia over 65. Quello che manca è la generazione tra i 20 e i 35 anni. Speriamo che il progetto Landwasserviertel e la spinta sull’Albula possano intercettare anche questo segmento di viaggiatori più avventurosi, alla ricerca di esperienze slow e autentiche».

