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Fico Eataly World in chiaroscuro:
il parco del food può fare di più

Non convince del tutto il debutto di Fico Eataly World, il parco agrolimentare più grande del mondo fortemente voluto da Oscar Farinetti, patron di Eataly. A quattro mesi e mezzo dalla sua apertura, accompagnata da un tam tam mediatico martellante, sono altalenanti i commenti di visitatori, operatori turistici e stampa estera, mentre per i vertici del parco i risultati sono finora in linea con le aspettative.

L’autorevole settimanale tedesco Der Spiegel lo ha definito “Una Disney World del cibo con molti limiti e una sindrome di gigantismo”; mentre il britannico The Guardian ha scritto: “È come entrare in un mega market americano. Il tutto lascia l’amaro in bocca”.

Al di là delle critiche dei media, i 6 milioni di visitatori previsti entro il 2020 sembrano un obiettivo molto impegnativo. E lo stesso Farinetti ha ammesso, nei giorni scorsi, che «all’inizio sono stati commessi alcuni errori nell’accoglienza e nella comunicazione».

Eppure Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico, ha sottolineanto a L’Agenzia di Viaggi Magazine: «Noi siamo soddisfatti dei risultati raggiunti nei primi quattro mesi di apertura. Abbiamo toccato 1 milione di visitatori di cui, come evidenziato da una ricerca Nomisma, l’8% proviene dall’estero, il 52% da fuori città e il 56% venuto a Bologna solo per noi. In testa alla classifica dei bacini di provenienza: Inghilterra, Francia e Stati Uniti».

E il team di Fico tiene anche a precisare che, fino ad oggi, circa 40 delegazioni da 15 Paesi hanno visitato il parco, il quale è stato citato dal New York Times tra i must da visitare in Emilia Romagna, regione che si colloca al 40° posto nel ranking delle mete internazionali. Altro fiore all’occhiello è il premio Mipim di Cannes come Best Shopping Centre. E intanto sul fronte trade, sono centinaia gli operatori e le adv di tutto il mondo con cui lo staff di Fico sta lavorando.

Ci si chiede, comunque, se gli accordi con Trenitalia e con Eden Viaggi basteranno a stimolare d’ora in avanti questo flusso di visitatori esteri, con il traino dei 45 ristoranti, dei vari laboratori e dei 48 punti vendita del made in Italy enogastronomico. Intanto il t.o. guidato da Nardo Filippetti precisa: «I nostri cataloghi incoming promuovono Fico e la possibilità di prenotare giostre educative a prezzi scontati. Non abbiamo finora ricevuto domande o richieste particolari e non abbiamo creato pacchetti dedicati, ma non escludiamo di farlo in futuro, all’interno di esperienze che valorizzino percorsi enogastronomici in Italia».

Infine, sul fronte dell’accoglienza, i vertici di Fico hanno confermato che l’hotel del parco non verrà completato prima del 2020 e che per organizzare al meglio l’ospitalità dei visitatori sono stati già finalizzati, per la primavera-estate, accordi con albergatori della Riviera romagnola.

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