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Fit-Cisl contro la privatizzazione di Enav

«Privatizzare il restante 53,3% di Enav di proprietà statale vuol dire perdere il controllo strategico dei propri cieli in cambio di un abbattimento del debito pubblico pari, più o meno, allo 0,06%: una goccia nel mare». Così dichiara Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, commentando le notizie di stampa che vedono il governo Conte Bis alle prese con una possibile privatizzazione di alcune aziende a partecipazione statale. Il piano dell’esecutivo farebbe parte della nuova finanziaria e prevede la cessione di quote di azioni importanti detenute dallo Stato. Per Enav, società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, ovvero circa 2 milioni di voli all’anno, la proposta sarebbe quella di cedere le quote a Cassa depositi e prestiti.

«La storia ci ha insegnato più volte – prosegue Pellecchia – che le privatizzazioni sono un errore grave: tolgono allo Stato il controllo di asset strategici, riducono il profilo industriale del Paese e contribuiscono al depauperamento delle posizioni di lavoro, come si evince ad esempio dalle vicende recenti relative alle infrastrutture italiane. Senza contare che si depriva il Paese degli utili prodotti dalle aziende stesse e si peggiorano le condizioni di lavoro. Non è un caso che dopo il 2016, nonostante Enav sia un’azienda sana e molto ben gestita, che distribuisce utili significativi agli azionisti, è aumentata la pressione sulle lavoratrici e sui lavoratori fino al punto che si ipotizza una riduzione degli impianti attualmente esistenti».

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