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Forlì, è scontro tra l’aeroporto e il consigliere Burani

Aeroporto Forlì da uff st

Scontro frontale tra l’aeroporto di Forlì e Paolo Burani, consigliere di Avs alla Regione Emilia Romagna. Nei giorni scorsi Burani aveva presentato un’interrogazione alla giunta sulla situazione degli scali regionali più in difficoltà: il “Giuseppe Verdi” di Parma e il “Luigi Ridolfi” di Forlì. Burani, in particolare, intende sapere «quali siano, alla luce dei dati disponibili, le prospettive realistiche per lo sviluppo degli scali, considerando il trend del traffico passeggeri, la situazione economica delle società di gestione (con un deficit segnalato di 24 milioni di euro a Forlì e perdite di 82 milioni a Parma), la mancanza di strumenti di base per la tutela dei cittadini, la dipendenza da un unico vettore a Forlì e il collasso operativo di Parma».

L’obiettivo, ha sottolineato l’esponente di Avs, è «assicurare uno sviluppo concreto e duraturo degli aeroporti, rendendo operativa la strategia regionale per gli scali minori e tenendo conto delle analisi fondate su sostenibilità economica, sicurezza, tutela ambientale e condizioni di mercato effettive».

Un intervento che non è piaciuto affatto alla società di gestione di Forlì Airport, che in un primo momento era stata lapidaria: “Non è vero“. Poche ore dopo arriva una seconda dichiarazione, molto più articolata. E molto più caustica.

“Il consigliere regionale Paolo Burani, è evidente, non si è mai affacciato in aeroporto a Forlì – si legge nella nota – E, cosa ancora più grave, non si è mai preoccupato di chiedere un incontro con i vertici della società di gestione per avere “notizie di prima mano. Oltre a non specificare cosa intende per deficit – Fa non ha nessun debito pendente in quanto ha sempre ripianato laddove necessario e anche il previsto disavanzo 2025 sarà ripianato dai soci privati – non si è neppure avveduto del fatto che il vettore aereo di cui fa cenno (Air Mediterranean, ndr) non è più nei piani operativi di Fa. Su Forlì operano, invece, stabilmente Ryanair e Georgian Airways, delle quali colpevolmente non dice nulla”.

“Quanto finora fatto dalla società di gestione dell’aeroporto di Forlì – prosegue il comunicato – è frutto degli investimenti milionari di imprenditori privati. Il mantenimento delle quote occupazionali, i tanti lavoratori – circa 300 quelli diretti e funzionali all’aeroporto – che oggi svolgono la loro mansione, con professionalità e sacrificio, si giustifica soltanto grazie agli investimenti dei suddetti imprenditori e non certo per altre “grazie ricevute” (parliamo di sub-concessionari, autonoleggi, spedizionieri, personale impiegato nelle attività di manutenzione degli aerei e nella formazione/addestramento dei futuri piloti dell’aviazione commerciale). Senza dimenticare la quota dell’indotto dai numeri non affatto trascurabili. Pertanto, mentre la Regione propone un modello che vede la piena condivisione degli obiettivi turistici di tutti e 4 gli scali sfruttando al meglio le infrastrutture attualmente disponibili, puntando a una crescita delle presenze e lavorando per ottenere questo straordinario risultato, dall’altro lato c’è chi, purtroppo, non la pensa allo stesso modo”.

Tutto finito? Affatto, perché Burani ha voluto controbattere, spiegando che «serve trasparenza, non polemiche. È davvero singolare, e politicamente grave, che una società privata si senta in dovere di replicare pubblicamente a un consigliere regionale che sta semplicemente svolgendo il proprio lavoro istituzionale».

«La situazione appare per certi versi scomposta – osserva – il testo dell’interrogazione è chiaro, lineare e privo di attacchi, la richiesta è rivolta alla Giunta regionale e non alla società di gestione e il ruolo di un consigliere non è certo quello di svolgere attività investigative o di recarsi personalmente a “raccogliere informazioni di prima mano”. In un sistema trasparente, le informazioni rilevanti dovrebbero essere pubbliche, accessibili e chiaramente rendicontate».

«La mia interrogazione – osserva Burani – non era rivolta all’aeroporto né alla sua società di gestione, di cui riconosco il lavoro svolto e l’importanza occupazionale, ma alla Giunta regionale, cui spetta il compito di spiegare cosa stia accadendo nel sistema aeroportuale dell’Emilia-Romagna e quali possano essere le implicazioni per l’interesse pubblico, visto che stiamo investendo soldi pubblici sul sistema aeroportuale».

«Se una società privata sceglie di intervenire nel dibattito, è una sua facoltà – continua l’esponente di Avs  – resta però fondamentale mantenere una distinzione dei ruoli: le risposte di merito spettano alle istituzioni, chiamate a operare nell’interesse generale. L’interrogazione nasce dall’esigenza di comprendere, in modo ordinato e trasparente, perché in diversi casi il sistema aeroportuale continui a presentare criticità economiche ricorrenti e quali valutazioni la Regione intenda assumere in termini di pianificazione, monitoraggio e sostenibilità nel tempo, anche alla luce del fatto che l’ultimo bilancio disponibile risale al 2022. Quando negli anni si rendono necessari interventi di copertura o riequilibrio economico, è legittimo che la politica si interroghi sulle cause strutturali e sulle prospettive future: non per attribuire colpe, ma per leggere correttamente la realtà e orientare al meglio le scelte pubbliche».

«Allo stesso modo – conclude – un clima di maggiore trasparenza e disponibilità al confronto non dovrebbe essere vissuto come una messa in discussione del lavoro svolto, ma come una garanzia per tutti. Il ruolo della politica non è “informarsi di prima mano” attraverso canali informali, bensì porre domande pubbliche e ricevere risposte altrettanto pubbliche, nell’interesse dei cittadini e delle istituzioni. Il confronto, se mantenuto su questo piano, può essere utile a tutti. Ed è esattamente su questo piano che intendo continuare a stare».

Passo e chiudo. In attesa della quarta puntata.

La foto è stata fornita dall’ufficio stampa di Forlì Airport
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