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Open data al centro del Piano Strategico del Turismo

Linee guida comuni, consapevolezza del valore degli open data e 36 azioni concrete per colmare il ritardo infrastrutturale del turismo italiano nei confronti del mondo digitale. Una vera e propria cassetta degli attrezzi di strumenti digitali, insomma, messa a disposizione degli operatori e del territorio e che entrerà di diritto nel Piano Strategico del Turismo 2017-2020. Questo il risultato di Ecosistemi Digitali, a Firenze, dove 120 esperti si sono ritrovati alla Fortezza da Basso per dibattere il tema della digitalizzazione della destinazione Italia.

Il turismo online italiano ha comunque terrreno da recuperare rispetto al resto d’Europa. Il digital tourism, infatti, cresce del 10% in meno rispetto al resto del continente e la quota di prenotazioni online si attesta sul 35% (in Europa siamo già al 45%). Tuttavia, il turismo online ha margini di assoluto interesse se si considera che solo nel 2016 le prenotazioni turistiche in Italia hanno fatto registrare un +3%, mentre quelle via web sono aumentate di oltre il 7%.

 

Tre le sessioni di discussione che hanno animato l’evento di Firenze: “Da Digitale a Ecosistemi turistici digitali”, “Big data e intelligenza artificiale” e “Co-creazione della promozione turistica digitale”, coordinate rispettivamente da Rodolfo Baggio, Euro Beinat e Pierlugi Sacco.
Nella sessione plenaria pomeridiana, introdotta da Giulia Eremita, ambassador di Bto 2016, sono state illustrate le azioni più efficaci e votate durante le sessioni e che da subito entreranno a far parte del Piano Strategico per il Turismo 2017-2022.

La spinta predittiva dei big data, argomento principe del tavolo coordinato da Euro Beinat, professore di Geoinformatica all’Università di Salisburgo, troverà concretezza grazie alla creazione di strumenti digitali open source e grazie allo sviluppo di un sistema di cittadinanza turistica digitale, favorito dalla diffusione e dalla tracciabilità dei collegamenti wifi dei dispositivi mobile che si registrano sul territorio che aiuteranno a comprendere sentiment, spending, comportamenti, flussi e granularità delle scelte del turismo internazionale in Italia.

Pierluigi Sacco, professore di Economia della cultura alla Iulm di Milano, ha condotta la sessione che ha immaginato un sistema diffuso di co-creazione dove la rete diventa un “megawall” per lo storytelling distribuito su più livelli: dai grandi testimonial e ambassador fino alla cittadinanza attiva che resta il cardine della reputazione e della vitalità di ogni azione di social media marketing centrata sulla narrazione della destinazione turistica.
La condivisione dei protocolli e dei linguaggi e lo sviluppo di linee guida per l’interoperabilità sono i temi emersi sotto la guida di Rodolfo Baggio, professore di Economia del turismo all’Università Bocconi. L’obiettivo della terza sessione è stato quello di ridefinire standard comuni rispetto ai servizi e alle risorse turistiche rendendo omogenee norme, regole, processi di catalogazione delle informazioni e restituzione dei dati a fini turistici. Il fine sarebbe quello della realizzaizone di uno strumento volto alla condivisione di buone pratiche partendo dalla definizione di un vocabolario comune.

In chiusura, l’intervento del sottosegretario del Mibact, Dorina Bianchi, ha sottolineato l’impegno del governo per la creazione di una rete wifi pubblica a banda larga disponibile nei punti di accesso al territorio italiano: porti, aereoporti, stazioni, frontiere, nelle città d’arte e nei siti Unesco.
L.G.

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