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Gruppo Lufthansa, il caro carburante frena la crescita

Il Gruppo Lufthansa ha chiuso il primo semestre 2018 con un risultato netto di 677 milioni, stabile rispetto ai 672 milioni (+0,7%) dello stesso periodo dell’anno scorso. Una crescita molto contenuta dovuta a due fattori, da un lato l’aumento del prezzo del carburante, dall’altro i nuovi parametri di contabilità entrati in vigore quest’anno. In ogni caso il management del Gruppo conferma gli obiettivi per fine anno e dimostra un sostanziale ottimismo.

I ricavi totali, infatti, stati pari a 16,938 miliardi, crescendo del 5,2% “se si esclude l’effetto dell’applicazione, per la prima volta, dei nuovi standard contabili Ifrs 15”, sottolinea la nota del colosso tedesco che include Eurowings, Austrian, Swiss Air e Bruxelles Airlines.

Se si considerano, però, i nuovi parametri di contabilità i ricavi segnano un -0,1%. Sul banco degli imputati per questa lievissima contrazione ci sono certo i costi del carburante, che nel primo semestre sono aumentati di 216 milioni di euro raggiunendo la cifra di 2,8 miliardi, ma anche i costi attributi ai ritardi e alle cancellazioni dei voli dovuti agli scioperi e all’insufficenza operativa degli aeroporti in Europa. Lufthansa, infatti, ci tiene a precisare che la maggior parte dei disagi sono stati procurati dai sovraffollamenti degli scali del Vecchio Continente e dalla forte incidenza di eventi climatici che hanno provocato numerosi disservizi.

Nonostante ciò, «il numero dei passeggeri e dei voli, così come il load factor, ha raggiunto nuovi livelli record – dichiara il direttore finanziario Ulrik Svensson – I ricavi da traffico per i primi sei mesi sono pari a 13,2 miliardi, in crescita del 7% e i passeggeri trasportati sono circa 67 milioni. Con una domanda ancora forte siamo fiduciosi che riusciremo ad avere un andamento solido dei ricavi nel secondo semestre del 2018».

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