L’anima della Sicilia respira il mare senza vederlo, è silenziosamente attenta a campane barocche, a brindisi con il buon vino che rispondono perfettamente all’augurio “cent’anni”, con la longevità che contraddistingue queste genti. Persone che hanno in sé un carattere ribelle e fedele alle proprie idee, come quello di Santa Rosalia, a dodici anni pronta a chiudersi in una grotta piuttosto che sposarsi con chi non vuole.
L’anima al centro della Sicilia ha tuttavia anche la quiete delle dolcissime colline che digradano fino ad Agrigento.
I droni non c’erano ancora quando il corvo pirandelliano all’inizio del film “Kaos” dei fratelli Taviani sorvolava queste colline per raccogliere storie antiche, caratteri umani, e una bellezza profonda, non abbagliante come i Templi di Agrigento o la Scala dei Turchi. Una bellezza intima, inesplorata, adatta a chi cerca mondi nascosti, ma non perduti.
Le montagne sicane sono l’embrione di un prodotto turistico. Creste che spiccano nel cielo, versanti gialli di fieno, verdi querceti e pinete, rocce antiche di magmi depositati dal tempo.
Il Gal locale ha investito in questo territorio per farlo conoscere a giornalisti e operatori del turismo che potranno proporlo a viaggiatori in grado di apprezzare piccole e uniche esperienze: passeggiate lungo i sentieri, degustazioni enogastronomiche, feste folkloristiche, ritorno alle radici. D’altra parte, una fitta presenza di ultracentenari testimonia che l’arte del buon vivere italiana trova qui la sua perfetta espressione.
A guidare il tour Laura Arcilesi di Soleventi & Tour. Si toccano le tappe di San Giovanni Gemini, Cammarata, Aragona, Joppolo, Raffadali.
Si inizia dall’agenzia di viaggi Platani Travel di Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet Nazionale che ci guida nel suo territorio partendo da San Giovanni Gemini e Cammarata. Il sindaco di San Giovanni Gemini. Custode Zimbardo. e il collega di Cammarata, Giuseppe Mangiapane, ci illustrano la storia di questi due comuni contigui nella riserva naturale del Monte Cammarata, punti di partenza per diversi tour, entrambi con un bellissimo centro storico.
San Giovanni Gemini è un borgo ricco di eventi estivi. In particolare nella seconda domenica di giugno si celebra la festa di Gesù Nazareno fin dall’epoca del Barocco. Un carro trionfale in legno, di oltre venti metri di altezza e del peso di otto tonnellate, viene trainato dai fedeli preceduto e seguito da bande musicali. Il carro riproduce l’antica “straula” usata per trasportare i covoni di grano nelle zone montuose fino alla fine dell’ottocento e gli artigiani vi lavorano per tutto l’anno.
Moltissimi gli eventi anche a Cammarata con un magnifico castello ai piedi del quale si accendono le luci su spettacoli e concerti. Ad agosto si svolge la Settimana della Cultura con importanti mostre, presentazioni di libri, dibattiti. Si susseguono qui una serie di cortili medioevali illuminati che si affacciano sulla vallata con un paesaggio mozzafiato. Il territorio circostante è visitabile anche grazie a un’app sviluppata dal comune di Cammarata, in cui sono indicati tutti i sentieri e i luoghi da visitare, adatta anche a chi vuole fare shopping (vi sono molti artigiani locali). Per le famiglie ci sono fattorie didattiche, percorsi acrobatici e avventura.
Tra i luoghi storici da visitare in quest’area c’è l’eremo di Santa Rosalia a Santo Stefano Quisquina. Celle antiche, cucine storiche, e volendo anche accoglienza per i giovani che vogliono esplorare i boschi circostanti. L’eremo sorge nei pressi della grotta in cui si rifugiò, ancora adolescente, Santa Rosalia, prima di recarsi a Palermo.
La ricettività tra Cammarata e San Giovanni Gemini conta su circa 400 posti letto, quindi sono possibili piccoli gruppi anche per organizzare degli eventi o viaggi incentive.
Immancabile una tappa al ristorante “I Filici” di Paolino Scibetta, che propone piatti della cucina tradizionale siciliana, preparati con ingredienti a chilometro zero con vera maestria. Il locale attira molti ospiti che vengono da ogni provincia siciliana in considerazione della perfetta cucina tradizionale e un’accoglienza fuori dal comune anche per i canoni siciliani, che sono già elevatissimi.
Tutt’altro clima ad Aragona, città dove visse la famiglia di Luigi Pirandello, essendo proprietaria di una miniera in questo territorio. Aragona è un paese di minatori che rimarrà nella storia grazie alla penna dello scrittore che in questi luoghi prese ispirazione per le sue novelle e per il suo romanzo “I vecchi e i giovani”. Una valle immensa, molte antiche case abbandonate, compresa quella della famiglia Pirandello.
Un mondo epico di cui si rivivono gli echi del passato, con la statua del leggendario Ciaula che scoprì la luna per caso uscendo dalla miniera, al centro della Piazza principale, a celebrare il valore della meraviglia umana. Qualche murales sulle novelle pirandelliane ricorda le persone che qui vissero e il loro sacrificio, la frustrazione, le superstizione di questa terra di zolfo, così assolata e muta.
Qui è visitabile il Palazzo del Principe Naselli, imponente edificio del 1600 che domina su tutta la vallata delle zolfatare. Un susseguirsi di stanze e saloni depredati dal tempo, testimoni della storia e di un’aristocrazia cultrice della bellezza, ma allo stesso tempo decadente, sofferente di una stagnazione di aria e di pensiero, di una morale dettata da una chiesa arcaica, affiancata da una rassegnazione di minatori e contadini narrata non solo da Pirandello, ma anche da Sciascia, e da Tomasi Di Lampedusa.
Nella riserva naturale delle Macalube di Aragona si tocca l’ultima tappa del tour a Joppolo, borgo noto per la sagra del Melone Giallo che si svolge i primi giorni di agosto.
Per chiudere il tour, come il corvo del film “Kaos”, si torna nella contrada di Caos, dove nacque Pirandello. Nella sua casa affacciata sul mare, dove il premio Nobel visse la sua infanzia e adolescenza, si trova il suo spirito più intimo. Egli stesso volle che qui fossero conservate le sue ceneri sotto un pino solitario. L’allestimento interno è multimediale per evocare un mondo di pensieri più che di oggetti dello scrittore che ha consegnato all’eternità l’anima interna, la più intima della Sicilia che si perpetua nella sua bellezza struggente.

