Iata contro l’Ue su bagagli e ritardi: “L’anti Robin Hood”

Iata contro l’Ue su bagagli e ritardi: “L’anti Robin Hood”
19 Novembre 12:57 2025

“Come Robin Hood, ma al contrario, perché scaricherebbero su tutti i costi di pochi”. Il direttore generale della Iata, Willie Walsh, scocca una freccia al curaro contro Bruxelles, in risposta alla revisione delle norme che regolano i diritti dei passeggeri aerei, di cui si occupa la direttiva Eu261. Cioè, la soglia dei voli in ritardo – oltre la quale scatta il diritto al risarcimento – e la tassa sul bagaglio a mano, scisso dal biglietto.

«La riforma va nella direzione sbagliata – sottolinea Walsh – le modifiche del Parlamento europeo aumenterebbero i costi per i passeggeri e i vettori, senza risolvere le principali carenze del regolamento».

Per anni – scrive traveldailynews.com – l’Eu261 è stata criticata per aver aumentato i costi senza però migliorare l’esperienza di viaggio. A giugno i governi europei hanno adottato misure per un quadro normativo più equilibrato, proponendo modifiche volte a salvaguardare la connettività e mantenere la competitività dell’aviazione europea. Elemento chiave della riforma l’innalzamento delle soglie di ritardo per il risarcimento: dalle attuali tre a quattro ore per i voli a corto raggio e nove ore per i voli a lungo raggio. L’obiettivo era ridurre gli incentivi per le compagnie a cancellare i voli in ritardo e allineare meglio le regole di risarcimento alla preferenza dei passeggeri di arrivare in ritardo piuttosto che subire cancellazioni.

Tuttavia, il Parlamento europeo sta cercando di annullare queste modifiche e di aggiungere nuove disposizioni, come l’obbligo per le compagnie di offrire gratuitamente il bagaglio a mano. Iata però sottolinea che non ci sono prove che i passeggeri richiedano queste misure, né che siano disposti a pagare le tariffe più alte, che queste regole inevitabilmente comporterebbero. Un recente sondaggio tra i passeggeri ha rilevato che il 72% preferisce la tariffa più bassa e opta per servizi aggiuntivi solo quando necessario, mentre il 97% ha dichiarato di essere soddisfatto della propria esperienza di volo più recente.

Iata, inoltre, fa riferimento ai dati di Eurocontrol, in base ai quali meno dell’1% dei voli subisce ritardi superiori alle tre ore. “Questo significa che il 99% dei passeggeri paga per un sistema di indennizzo di cui solo l’1% beneficia”, osserva l’associazione, sostenendo quindi che le riforme dovrebbero puntare a una maggiore efficienza e a un miglior rapporto qualità-prezzo“.

Walsh affronta poi il capitolo dei bagagli scorporati dal prezzo dei biglietti: «Tutti sanno che non esiste un pranzo gratis. Allo stesso modo, non esiste un bagaglio gratuito o soglie di compensazione gratuite. Se avessero la possibilità di scegliere, i passeggeri preferirebbero pagare per un sistema di compensazione meno “sfarzoso” in cambio di tariffe più basse”.

Poi un messaggio al Parlamento Ue: «Gli eurodeputati si stanno intromettendo in questioni aziendali e operative che non comprendono. È essenziale che le proposte del Parlamento vengano modificate e che la posizione del Consiglio venga confermata».

Walsh ha sottolineato che il modo migliore per garantire un servizio clienti di qualità è attraverso la concorrenza e la possibilità di scelta in un mercato dell’aviazione sano. «Un’EU261 adeguatamente riformata potrebbe costituire la base di una strategia di competitività significativa per l’aviazione europea e dimostrare che i responsabili politici stanno prendendo sul serio gli insegnamenti del rapporto Draghi dello scorso anno, che sollecitava una regolamentazione Ue più rigorosa e intelligente».

Infine, oltre a correggere EU261, Iata richiede ulteriori misure, tra cui:

Eliminare le tasse sui passeggeri, che riducono la connettività e scoraggiano l’espansione delle rotte. La Svezia le ha già eliminate e la Germania è intenzionataa  fare lo stesso.

– Revisione del Regolamento ReFuelEu per l’aviazione e del Sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue, per garantire che i produttori di carburante siano incentivati ​​a fornire carburante per l’aviazione sostenibile (Saf) a prezzi accessibili. Attualmente, le compagnie aeree pagano un premio di 2,9 miliardi di dollari per il Saf rispetto al carburante per aerei tradizionale, oltre agli obblighi previsti dal sistema Ets.

UNA ROADMAP PER IL CLIMA SOTTO L’EGIDA DI ICAO

Intanto, Iata sollecita una vera e propria roadmap per il clima da condividere con gli Stati e le industrie dell’aeronautica per raggiungere zero emissioni nette di carbonio entro il 2050. Martedì 18 novembre, insieme ai governi di Giappone, Malesia e ai principali stakeholder del settore, Iata ha rilasciato una dichiarazione congiunta alla Cop30: “La comunità internazionale riaffermi la leadership dell’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (Icao) e solleciti un’azione coordinata per il clima nel settore dell’aviazione”.

In particolare, si sottolinea la necessità di soluzioni realmente globali, sottolineando che l’Icao rimane il forum esclusivo per affrontare il problema delle emissioni del trasporto aereo internazionale. Non servono misure frammentate o unilaterali, ma solo un approccio unificato può produrre risultati climatici efficaci per il settore. Fondamentale il ruolo dei solidi mercati globali del carbonio nell’ampliare le opportunità di finanziamento per il clima, che è in cima all’agenda della Cop e centrale nella Roadmap Baku-Belem.

«L’aviazione – ha ricordato Walsh – è un catalizzatore per la connettività globale e lo sviluppo economico. Per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, i governi devono riaffermare il ruolo dell’Icao come unica autorità globale, attuare pienamente il Corsia (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation) e rendere operativo l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi,  per sbloccare i finanziamenti per il clima per i Paesi in via di sviluppo. Tasse e misure frammentate non ridurranno le emissioni: anzi, si rischia di distogliere fondi dagli investimenti effettivi per la riduzione delle emissioni, che è una questione climatica critica, e si rischia di indebolire la connettività e danneggiare coloro che ne dipendono maggiormente».

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