Il bilancio dell’estate 2020: la survey Tci-Hertz

by Redazione | 18 Settembre 2020 6:16

Nell’estate 2020, dopo una prima fase di grande cautela, i nostri connazionali hanno riacquisito una progressiva fiducia sul fatto che ci fossero le condizioni minime per viaggiare e circa il 90% è andato in vacanza. È quanto emerso dall’indagine che il Centro Studi del Touring Club Italiano ha condotto in partnership con Hertz Italia sulla community Tci, composta da oltre 300mila persone.

Il coronavirus ha certamente modificato il modo di viaggiare (69%). È stato preferito un turismo di prossimità (72%) e si sono adottati comportamenti più accorti per ridurre il rischio di contagio: meno eventi e musei rispetto allo scorso anno (67%), preferenza per destinazioni poco note e presumibilmente meno affollate (59%), frequenza meno assidua di bar e ristoranti (58%). 

L’Italia è da sempre la metà preferita delle vacanze estive dei nostri connazionali e quest’anno ancora di più. Nell’estate 2020 si registra una polarizzazione molto più forte: il 94% ha scelto una destinazione domestica rispetto a una quota residuale (6%) che ha scelto l’Europa (l’anno scorso il rapporto Italia/estero era 60:40). Le regioni più frequentate: Trentino-Alto Adige (15%), Toscana (11%), Sardegna e Puglia (entrambe 8%).

All’estero, pur con numeri bassi, c’è stata una forte concentrazione su Grecia (21%) e Francia (20%), seguite da Croazia (11%) e Spagna (8%).

Tra le tipologie di vacanza quella sole e mare è la preferita (44%) anche nell’estate 2020. Al secondo posto c’è la montagna (26%) che ha registrato un fortissimo incremento rispetto allo scorso anno (15%). La possibilità di effettuare attività all’aria aperta e di avere a disposizione ampi spazi ha convinto molti a passare le ferie a contatto con la natura. Importante il ruolo giocato quest’anno dai borghi e dall’entroterra più in generale (7%, rispetto all’1% del 2019), che vede nella Toscana, nell’Umbria e nelle Marche le regioni preferite.

Quanto al Bonus Vacanze: il 97% della community non ne ha usufruito. La ragione principale è riferita alla mancanza dei requisiti (62%), ma anche a una procedura troppo complicata (9%), all’intenzione di usarlo entro l’anno (4%) o all’impossibilità di trovare strutture disposte ad accettarlo (3%).

Che le vacanze ai tempi del coronavirus siano differenti emerge dalla scelta del mezzo di trasporto utilizzato: l’auto è stata la protagonista assoluta (71%, era il 44% nel 2019), mentre l’aereo ha subito un calo brusco (8% rispetto al 33% dello scorso anno). Per quanto riguarda le strutture ricettive, hotel e villaggi restano la tipologia preferita per l’estate (35%) anche se si segnala un calo rilevante rispetto al 2019 quando tale quota era del49%.

Infine, in questo periodo che porta verso l’autunno, con specifico riferimento all’Italia, alla domanda se si ritenga probabile partire per un weekend o per una breve vacanza, in una scala da 1 a 5, il dato medio è 3,2: una situazione di stallo dopo la piccola ripresa del turismo nel periodo estivo.

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