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Il gol di Filippetti: apre a Torino l’hotel della Juventus

«È un grande onore essere stati scelti dalla Juventus. È la prima volta che un club calcistico sceglie una compagnia alberghiera per portare avanti un progetto di ospitalità unico al mondo». Con queste parole esordisce il presidente Nardo Filippetti all’inaugurazione del J Hotel di Torino, da cui traspaiono l’orgoglio e la consapevolezza di essere protagonista, con la sua Lindbergh Hotels, di un’operazione inedita non soltanto in Italia, ma a livello mondiale. Poi aggiunge: «Ancora non so perché abbiano scelto noi, tra tanti grossi gruppi alberghieri internazionali, forse perché ci metto la faccia e questo è il mio piacere di fare impresa».

Oltre alla faccia, nel J Hotel, partecipato al 60% dalla Lindbergh Hotels e al 40% dalla Juventus, Filippetti ha investito anche oltre 4 milioni di euro «perché volevamo fare un prodotto d’eccellenza, con un brand come la Juventus non si può prescindere dal fare cose di qualità».

E il risultato si vede, nelle raffinate scelte di interior design che connotano ambienti contemporanei di respiro internazionale negli eleganti salotti nella hall, nella lounge e nelle 138 camere, di cui 35 assegnate in permanenza ai giocatori della Prima Squadra. A nome loro, prende la parola il capitano Giorgio Chiellini, che sottolinea il «salto di qualità importante, perché per noi è una seconda casa, veniamo qua a dormire, quando abbiamo la possibilità. Questo fa capire il comfort che ci dà questo hotel. E poi si mangia anche molto bene».

Non c’è da stupirsi, visto che l’offerta gastronomica è curata dal pluripremiato chef Davide Scabin, che per il J Hotel ha ideato due format di ristorazione complementari e ben differenziati per tutti i momenti della giornata, ma con prezzi accessibili. Il Tàola Lounge, più informale che si ispira allo stile urban newyorkese, e il Tàola Restaurant, dall’atmosfera più ovattata e preziosa, entrambi con carte ispirate all’eleganza contadina tipica delle famiglie piemontesi di un tempo. «In una struttura contemporanea come questa – precisa Scabin – bisogna dare tradizione per innovare. Il concept allora è riportare la tradizione innovando, fare focus sulla semplicità. Abbiamo la Lounge dove si serve da mangiare dalle 11 a mezzanotte: l’idea è quella della piola (antica trattoria piemontese a conduzione familiare, ndr), non abbiamo inventato niente, è nel nostro dna servire sempre qualcosa, condito dalla semplicità».

Situato nell’area denominata del J Village, accanto all’Allianz Stadium, allo Juventus Training Center, al J Medical, alla Wins – World International School e alla sede bianconera, il J Hotel è un albergo dalla doppia anima. Nel fine settimana è infatti fortemente Sport and Leisure oriented, ma diventa Total Sport quando c’è la partita, offrendo agli ospiti la possibilità di prenotare il proprio biglietto per assistere ai match casalinghi della Juventus o di seguire le partite fuori casa all’interno di una Match Room dedicata.

Durante la settimana, è invece decisamente Business Oriented. Per la sua posizione a soli 20 minuti dall’aeroporto di Torino, in un contesto strategico per un ampio numero di aziende situate nei dintorni, rappresenta la struttura ideale sia per il soggiorno dei business traveller, sia per ospitare meeting, eventi aziendali di formazione e aggiornamento. É infatti dotata di un centro congressi con sei sale meeting modulabili, con capienza da trenta a cento persone.

Con il J Hotel di Torino, salgono a 8 gli hotel nel portfolio di Lindbergh Hotels, che chiude l’anno con un fatturato di 25 milioni di euro. Al momento non ci sarebbero altre aperture o acquisizioni in vista, ma Filippetti dichiara di essere piuttosto alla ricerca di professionalità per allargare e consolidare la squadra all’altezza di nuove sfide: «sono in una fase di scouting – ammette – cerco collaboratori che non abbiano soltanto una cultura professionale, ma siano anche motivati e con entusiasmo. In particolare avrei bisogno di una persona sul marketing, una sul Mice e un paio di direttori d’albergo. Finché non ho i collaboratori adatti, non vado a cercare nuovi alberghi, non mi avventuro a fare impresa».

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