Il Piano Colao per la ripresa: “Ripensare la governance del turismo”

by Redazione | 9 Giugno 2020 11:28

Uno dei sei punti-chiave del piano firmato da Vittorio Colao (capofila della task force voluta dal governo Conte per superare l’emergenza da coronavirus) presentato per il rilancio del sistema-Paese, è interamente dedicato al turismo.

Accanto alle imprese e lavoro, famiglie e individui, ricerca e istruzione, pubblica amministrazione, infrastrutture e ambiente, c’è un caposaldo rappresentato dal brand Turismo-Arte e cultura.

Nel piano di oltre 120 pagine della task force guidata da Colao il turismo viene identificato come il brand iconico dell’Italia col quale rafforzare l’immagine del Paese. E il primo step è la difesa della stagione turistica 2020 per un pronto rilancio in grande stile del turismo nella stagione 2021. E per quello che sarà l’anno verità il Piano Colao prospetta una governance completamente rinnovata, con un presidio governativo speciale che possa coordinare al meglio il settore con la definizione insieme alle Regioni di interventi prioritari da finanziare con i fondi europei.

L’articolazione di una strategia a medio-lungo termine che punti al valore ed alla qualità, con un innalzamento degli standard di sicurezza.

Accanto a questo approccio di carattere istituzionale un piano di comunicazione ad ampio respiro da attuarsi con strutture periferiche come le sedi diplomatiche in grado di orientare i messaggi nel modo più efficace. Inoltre viene evidenziata la necessità di una valorizzazione dell’offerta turismo del Paese con incentivi per il settore ricettivo, il miglioramento dei collegamenti infrastrutturali relativi alle aree o ai veri e propri “poli turistici’ ad alto potenziale, con un parallelo finanziamento della formazione turistica che garantisca la capacità di rinnovamento a lungo termine del settore dell’ospitalità.

A completamento, il Piano Colao prevede “la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale dell’Italia, autentico Dna del nostro paese con la creazione di un Piano Integrato di attrazione dei capitali privati per rafforzare la dotazione dedicata all’arte ed alla cultura, con l’esempio dell’Impact Investment, con la contestuale ottimizzazione delle competenze innestando un virtuoso circuito che preveda l’integrazione dell’offerta artistico-culturale con percorsi formativi ad hoc“.

Quello che lo stesso premier, Giuseppe Conte, si è affrettato a definire un importante “contributo” per smorzare le prime polemiche insorte tra i partiti della maggioranza, vuole essere un vero e proprio cambio di paradigma nello sviluppo del Paese con un forte accento sullo smart working destinato a diventare una modalità diffusa sia nel comparto pubblico che privato e una sottolineatura sulla “sburocratizzazione” come principale causa della crisi.

Al di là delle prime critiche già piovute sul supermanager e sulla sua task force per un documento che in taluni passaggi è stato già ribattezzato dai detrattori come “Il Piano dell’Ovvio”, l’aspetto positivo è aver posto in primissima fila il turismo quale uno dei comparti in grado di risollevare l’economia italiana.

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