Il Pst fa i conti in tasca al turismo

by Andrea Lovelock | 3 Gennaio 2017 13:20

Un comparto che include oltre 440mila imprese e che incide sull’11,8% del Pil nazionale. Questa la fotografìa del sistema turistico italiano inserita nel Piano Strategico per il Turismo varato dal Consiglio dei ministri e ora passato all’esame delle Commissioni parlamentari.

Una premessa alle oltre 100 pagine che compongono il PST realizzato con l’ausilio delle categorie e aperto ora ai tavoli di lavoro che dovranno preparare il Paese al grande e atteso rilancio. Nella disamina generale si legge che nel triennio 2016-2018 si prevede una crescita di oltre il 3% degli arrivi in Italia, prevalentemente trainata dal movimento extraeuropeo (oltre il 5%).

La previsione si basa, da un lato, sulla dinamica delle partenze verso l’estero che conferma le performance positive dei flussi dai mercati asiatici emergenti, anche se in decelerazione rispetto al biennio precedente, come pure l’ottimo recupero nella propensione a viaggiare all’estero dei mercati d’oltreoceano più tradizionali, in primis Stati Uniti.

Dall’altro, il contesto economico, orientato a un aumento generalizzato della fiducia, dovrebbe favorire il rientro sul mercato anche delle fasce marginali della popolazione, per quanto ancora sulle brevi distanze. Sempre secondo questo modello previsionale, la percentuale di Pil nazionale totale generata dal turismo risulta pari all’11,8% (171 miliardi di euro) e l’impatto sull’occupazione è attorno al 12,8% (3,1 milioni di unità di lavoro).

Le imprese: più occupati nel ricettivo

Nel dettaglio, nel 2015, su oltre 6 milioni di imprese registrate in Italia, quelle che hanno svolto attività più direttamente attinenti al turismo (alloggio, ristorazione e intermediazione) sono state circa il 7,3% del totale, vale a dire poco più di 440 mila e la loro dinamica nel corso dell’anno è risultata superiore a quella delle imprese totali.

Nello stesso anno, gli occupati in attività turistiche hanno rappresentato circa il 6% degli occupati totali, di cui la maggioranza concentrati nel ricettivo e nella ristorazione (1,4 milioni), mentre una minima parte nel comparto dell’intermediazione. Da notare come i primi (hôtellerie e ristorazione) risultano cresciuti del +7,5% tra 2010 e 2015, mentre i secondi siano calati del 8,5% nello stesso periodo.

Conquistare i Millennials

Altra premessa generale del PST riguarda la grande sfida digitale. Le nuove tecnologie hanno stravolto il comportamenti dei consumatori, dalla fase di ispirazione fino a quella di consumo stesso del prodotto turistico. Tra tutti gli utenti che dispongono di un accesso a internet, infatti, ad oggi il 91% ha prenotato online almeno un prodotto o un servizio turistico negli ultimi 12 mesi e utilizza i motori di ricerca come principale fonte attraverso cui cercare o pianificare una vacanza.

Il 42%, inoltre, utilizza un dispositivo mobile (smartphone, tablet) per pianificare, prenotare, informarsi. Nel dettaglio il 58% utilizza fonti online per valutare attività e servizi e il 40% crea direttamente nuovo contenuto (e lo condivide). Sono numeri in crescita annua costante, si legge nel PST, che descrivono un comparto ormai high tech.

Da questo punto di vista va considerato come elemento di criticità il forte ritardo che l’Italia sconta nei confronti di quasi tutti i principali competitor rispetto al tema dell’innovazione tecnologica. Da qui la considerazione, fin troppo ovvia, che le prospettive devono fare i conti i Millennials che rappresenteranno nel 2025 la metà di tutti i viaggiatori a livello mondiale, circa 900 milioni di clienti.

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