Su e giù per l’estate. Peccato che a salire siano i costi dei biglietti aerei e a scendere le prenotazioni. È il responso di Cirium, la piattaforma di analisi del settore aeronautico, che ha passato al setaccio diverse fonti. Altra conferma poco lusinghiera: il calo dei viaggi Europa-Usa, complici i timori sui dazi imposti da Trump, con un arretramento che non si vedeva dai tempi del Covid.
Certo, in generale pesano eccome le crisi mediorientali, che hanno comportato anche la chiusura temporanea degli spazi aerei per motivi di sicurezza. Però quello degli aumenti non è un discorso da imputare solo ai conflitti.
Prendiamo l’Italia: i rincari vanno da un massimo del 48,1% per un biglietto di andata in economy class per la Danimarca e del 41,4% per la Svezia, a un minimo del +7,2% per la Grecia e del +7,3% per l’Irlanda. Senza dimenticare il +35,8% della Spagna, il +10,3% del Portogallo e il +25,7% dell’Inghilterra. In media, segnala il Sole 24 Ore, le tariffe per i viaggi intra europei sono cresciute del 20,3%.
E ora che l’estate è al culmine? Prendendo Ryanair come paradigma per il Vecchio Continente, Cirium azzarda un aumento che si aggira sul 7%. Se il trend fosse confermato, a quel punto bisognerà procedere al conto delle prenotazioni, che in Italia per ora sono in ribasso rispetto al 2024, nonostante l’aumento dell’offerta da parte delle compagnie del 3,6% in confronto a un anno fa.
Nel dettaglio: considerando le principali destinazioni italiane (Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Linate, Napoli, Catania, Bologna, Firenze, Venezia, Catania, Cagliari, Bari, Olbia, Torino e Brindisi), Cirium stima le prenotazioni sul mercato domestico per luglio e agosto, effettuate nei primi sei mesi dell’anno, in calo del 16% rispetto allo scorso anno. Stabili quelle per i viaggi europei che fanno rotta verso il nostro Paese.
Male anche la tratta Italia-Usa. Prenotazioni dagli States, tra luglio e agosto, giù del 9,48%, viceversa la riduzione è -10,53%. Negativo anche il saldo dei viaggi transatlantici dall’Europa verso gli Stati Uniti, in calo del 9,5%. Siamo al -7,7% facendo la tratta inversa.
L’andamento in Europa è diversificato in base alle aree geografiche: al Nord la Finlandia traina la crescita, arretra la Danimarca, mentre Inghilterra e Germania presentano la maggiore offerta. Nel Sud l’Italia, come visto, è in contrazione insieme alla Francia, bene invece Spagna e Grecia.

