Incoming, Enit-Isnart: il 20% dei turisti stranieri è repeater

by Andrea Lovelock | 20 Febbraio 2023 10:09

Per l’Italia è di nuovo boom di repeater stranieri e la nostra Penisola, per molti viaggiatori esteri, sembra non bastare mai: il 20% degli intervistati nelle ricerche condotte da Enit e Isnart-Unioncamere ha dichiarato, infatti, di aver visitato il nostro Paese, negli ultimi cinque anni, almeno tre volte.

Sotto esame 12 mercati: Austria, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti. In particolare, in Austria e in Svizzera la quota di repeater sale a oltre il 30%, mentre gli svedesi sono indietro per interesse dei viaggiatori nei confronti delle destinazioni italiane, anche in termini di frequenza di visite.

A incidere soprattutto il fattore lontananza. Mentre lo stile italiano è l’aspetto rimasto maggiormente impresso nei ricordi degli intervistati (43,4%), a seguire le bellezze naturalistiche e il patrimonio culturale (rispettivamente 38,9% e 32,8%). Ciò che invece non ha particolarmente stupito gli intervistati sono i prodotti di lusso.

Dati confortanti, come lo sono le previsioni per la stagione 2023, svelate da Ivana Jelinic, ceo di Enit: «Il 37,7% degli intervistati afferma di avere intenzione di venire in Italia nel 2023. Si registrerebbe, così, un aumento pari a circa l’8% rispetto al dato dell’ultimo quinquennio. In base alle previsioni, la platea dei turisti dovrebbe essere composta per il 14,6% da spagnoli, per il 12,7% da statunitensi e per il 12,3% e 12,2% da svizzeri e austriaci. Il picco di turisti dovrebbe coincidere con la stagione estiva, che dovrebbe ospitare circa la metà del flusso complessivo».

Dal canto suo anche Sandro Pappalardo, consigliere cda Enit, ha evidenziato come «le destinazioni di gran lunga preferite dagli stranieri risultano le località di mare (36,8%) e le città d’arte (31,7%); in particolare, Il 61,5% degli austriaci ha affermato di essere stato in una località balneare, dato che scende (46,8%) per svizzeri e tedeschi (41,8%). Sulle città d’arte invece, il dato più elevato appartiene agli spagnoli, il 73% dei quali ha scelto di visitare una città d’arte, così come i francesi (57,4%) e gli statunitensi (44,4%). E il 35% circa di chi ha viaggiato in Italia ha speso fra 500 e 1.500 euro, con una spiccata tendenza degli statunitensi a investire nel viaggio molto più di ogni altro turista estero. Mentre chi spende meno proviene da Francia e Austria».

Da qui le strategie approntate da Enit e sintetizzate da Maria Elena Rossi, direttore marketing di Enit: «Stiamo puntando ad azioni specifiche che tengano conto del fatto che la stagione in cui l’Italia ha raccolto il maggior numero di visitatori è quella estiva, selezionata dal 68,7% dei partecipanti alla ricerca, così come occorre tener presente le differenze tra popolazioni: ad esempio gli austriaci tendono a visitare l’Italia più della media complessiva in estate.»

Dalle ricerche condotte da Enit e Isnart-Unioncamere si evince, dunque, un quadro di generale ripresa del settore in Italia che nel 2022 ha prodotto un impatto economico di 77 miliardi di euro, grazie alle spese sostenute da oltre 770 milioni di turisti, tra pernotti in strutture ricettive e alloggi in abitazioni private (seconde case, residenze di amici e parenti, appartamenti e camere in affitto). Rispetto al 2021, la crescita è del +16,7% per le presenze e del +17,4% per la spesa.

Ma c’è anche una nota green di un certo rilievo: lo scorso anno il patrimonio naturalistico è stata la prima motivazione di vacanza, prendendo il posto del classico binomio Italia-arte, che scende in seconda posizione: il 18,1% degli italiani e il 22,4% degli stranieri si muovono per trascorrere una vacanza a contatto con la natura. Anche se, come ha tenuto a precisare Roberto di Vincenzo, presidente Isnart: «L’arte, la cultura e la storia d’Italia, comunque, rimangono un caposaldo della destinazione Italia, nel 2022 è tornata forte la voglia di scoprire musei e monumenti, di partecipare a concerti ed eventi locali. Il turismo post pandemico lascia più spazio alle piccole eccellenze del territorio, con gite ed escursioni alla scoperta di borghi e aree interne del Paese: un passo importante nell’obiettivo di destagionalizzare e decongestionare i flussi turistici».

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