Israele apre ai turisti no vax, mentre Uk saluta il Covid

by Claudia Ceci | 22 Febbraio 2022 8:00

Primo Paese al mondo a chiudere, dal 1° marzo riapre le frontiere anche ai turisti non vaccinati. Israele cambia le regole di ingresso e traccia una nuova direzione in tema di gestione della pandemia. Si avvia di fatto una convivenza con il Covid-19, con il virus che al momento fa molta meno paura.

A partire da martedì 1° marzo 2022, infatti, i turisti internazionali di tutte le età potranno entrare in Israele – vaccinati e non vaccinati allo stesso modo – sottoponendosi a due test Pcr (uno prima della partenza e uno dopo lo sbarco in Israele).

Per i cittadini israeliani, l’obbligo di sottoporsi a un test antigenico prima di salire sull’aereo è annullato. I cittadini israeliani che entrano in Israele dovranno solo sottoporsi a un test Pcr all’arrivo in Israele. E, infine, gli israeliani non vaccinati non saranno più tenuti alla quarantena soggetti ai risultati negativi del test Pcr all’aeroporto internazionale Ben-Gurion.

Sono queste le nuove disposizioni, comunicate il 21 febbraio dal consigliere per i media esteri del primo ministro israeliano Naftali Bennett, dopo una riunione con il ministro della Salute Nitzan Horowitz sull’allentamento delle restrizioni, cui ha partecipato anche il ministro del Turismo Yoel Razvozov. «Stiamo assistendo a un costante calo dei dati sulla morbilità: quindi questo è il momento di riaprire gradualmente dopo essere stati i primi al mondo a chiudere – spiega il primo ministro – I nostri indicatori devono essere sincronizzati con la situazione sul campo; ciò che stiamo dicendo al pubblico deve essere sincronizzato con ciò che ci si aspetta. Per mantenere la fiducia del pubblico ed essere certi che i cittadini di Israele stiano attuando le direttive e la decisione del governo, dobbiamo aprirci man mano che la situazione migliora. E sta migliorando in modo significativo. Al momento la situazione in Israele è buona. Questo è il risultato di una corretta e dinamica gestione; quindi, ora stiamo aprendo. Allo stesso tempo, continueremo a monitorare da vicino la situazione e in caso di una nuova variante, agiremo di nuovo rapidamente».

E se le novità in Israele arrivano il 1° marzo, è ancor più vicina la scadenza inglese delle restrizioni: giovedì 24 febbraio nel Regno Unito per molti è il “Freedom Day”. Il premier britannico Boris Johnson ha formalizzato alla Camera dei Comuni la fine di tutte le ultime restrizioni Covid in vigore per legge in Inghilterra. Stop anche all’obbligo dell’isolamento per le persone contagiate: da questo momento saranno semplicemente “incoraggiate a esercitare la responsabilità personale” in caso d’infezione, come avviene quando si è soggetti a “un’influenza”. «Il picco di Omicron è superato”, ha detto Johnson, ricordando anche il livello di copertura vaccinale raggiunto dal Regno Unito.

La Svizzera ha già abolito la maggior parte delle misure anti Covid dal 17 febbraio: non sono più necessari mascherina e green pass per l’accesso a negozi, ristoranti, istituzioni culturali, altre strutture aperte al pubblico e manifestazioni. Le misure sanitarie per l’ingresso in Svizzera sono state totalmente abolite; resta in vigore invece fino a fine marzo l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie; così come l’isolamento dei positivi per cinque giorni.

Parziali allentamenti arrivano anche dall’Europa, con il Belgio che abolisce l’obbligo di mascherina per i bambini dai 6 anni in su. Nel nord della Francia, dalla prossima settimana si torna a scuola senza mascherine.

In Bulgaria, da metà marzo, non sarà più richiesto il green pass per entrare in ristoranti, bar, negozi e altri luoghi pubblici, come cinema e teatri.

In Italia, a due anni dall’inizio della pandemia, resistono ancora diverse restrizioni e la necessità di green pass. Ma in un’intervista a QN, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia torna sul tema: «L’allentamento delle restrizioni, prima possibile, è fondamentale. Dobbiamo fare quel che fanno gli altri Paesi. Se noi non lo facciamo, penalizziamo gli operatori e tutto il Paese, che poi paga le tasse per pagare i sostegni». Il ministro risponde all’appello degli operatori turistici che chiedono regole certe per la ripresa: «Hanno perfettamente ragione. Il tema cardine della ripresa del settore turistico è proprio la programmazione. Per poter riempire i nostri alberghi a Pasqua, dobbiamo avere le stesse regole che hanno gli altri Paesi europei, altrimenti il rischio che una famiglia invece di venire in Italia vada altrove è molto alto. Invece di sussidiare un settore, dobbiamo consentirgli di tornare a operare liberamente».

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