La super pop Corea del Sud strega l’Italia

by Serena Martucci | 11 Ottobre 2023 7:00

In principio fu lo “Gangnam Style”. Alzi la mano chi non si è ritrovato, nell’ormai lontano 2012, ad agitare le mani imitando Pys, il rapper sudcoreano che in pochissimo tempo era diventato un fenomeno mondiale piazzandosi in cima a tutte le classifiche musicali del globo. Inutile sottolineare che il
video, ancora oggi, ha battuto il record di visualizzazioni, arrivando a toccare il miliardo di clic. È così che Gangnam, il quartiere cool di Seoul, famoso nel Paese asiatico per la mondanità e lo sfarzo a ogni angolo di strada, ha avuto il suo boom planetario.

Oggi la cultura pop coreana ha il volto angelico dei Bts, sette ragazzi dall’età indefinita seguiti da milioni di fans in tutto il mondo, oppure delle Blackpink, la girl group che ogni volta che presenta un nuovo video musicale batte tutti i Guinness dei primati o ancora dei K-drama, thriller sanguinari come Squid Game o Parasite, vincitore della Palma d’oro a Cannes nel 2019 e di quattro premi Oscar. Insomma, il made in Sud Corea piace a tutti, in ogni angolo del pianeta. Non solo. I contatti commerciali tra Roma e Seoul sono aumentati in maniera significativa negli ultimi anni: nel 2023 nel Belpaese hanno aperto oltre 100 ristoranti di cucina coreana e i turisti coreani che hanno scelto di visitare i nostri mari, città e monti, nel 2022 sono stati oltre 100mila, con un aumento del 30% rispetto lo scorso anno.

Anche il turismo organizzato guarda con interesse a questo Paese stretto tra Cina e Giappone, ma che orgogliosamente rivendica la sua identità. Tra parchi naturali, splendide cascate, villaggi con pagode d’altri tempi, sono sempre di più gli italiani pronti a visitare questi posti meravigliosi ancora lontani dal turismo di massa, ma che esercitano una forte attrazione soprattutto tra i più giovani. Basti pensare che solo nel 2022 si è registrata una crescita del 343,4% del turismo tricolore in Corea del Sud (Korea Tourism Organization è a Ttg Pad. C3, Stand 107).

La voglia di Seoul, però, non passa solo per il boom del K-pop, ma è anche frutto di strategie di marketing e collaborazione internazionale. Lo sa bene il ministro del Turismo, Daniela Santanché, che ha scelto la Corea come prima tappa della sua missione in Asia, con l’obiettivo di promuovere l’Italia meno nota, magari proprio grazie a una serie di successo o un film di una delle case di produzione cinematografiche coreane.

Oggi non sono ancora tantissimi i t.o. italiani che hanno deciso di investire su questa meta (tra i “pionieri” il consorzio Quality Group di Michele Serra, ndr) ma gli addetti ai lavori assicurano che questa cultura, fino a pochi anni fa sconosciuta, sia un fenomeno pronto a esplodere. «C’è interesse soprattutto da parte dei giovani – spiega Giorgia Marcelli della Iamu Viaggi di Genzano di Roma – I costi dei voli sono alti, quindi chi chiede di viaggiare verso Seoul o Busan lo fa perché studia coreano o già conosce il Paese. C’è anche chi si lascia influenzare dalle serie tv che spopolano anche qui da noi». «La meta è in forte ascesa – conferma Loredana Rinaldi, cofounder della Nessie Viaggi di Milano – In Corea hanno ottime strutture
ricettive con possibilità di soggiorno nei tipici hanok, il costo della vita è basso e c’è una variegata nightlife. I voli diretti Korean Air da Roma e Milano la rendono poi facilmente raggiungibile»

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