La tecnologia salverà il travel:
l’equazione di Hotelbeds

by Gabriele Simmini | 4 Febbraio 2020 7:00

«Un’industria con margini ridotti e una grande dispersione di produttività ha bisogno di un canale multiprodotto che si adatta a più tecnologie». León Herce, global sales director di Hotelbeds dallo scorso agosto, conosce i problemi della distribuzione e punta dritto alle soluzioni, senza troppi giri di parole. Per questo, dopo 15 anni in Amadeus, ha fatto il salto verso la bedbank con lo scopo di accompagnare Hotelbeds verso nuovi confini. «L’integrazione tra le piattaforme (Gta e Tourico, ndr) è ormai conclusa: ora abbiamo la tecnologia per guidare il cambiamento».

In che direzione?
«Due parole chiave: innovare e diversificare. Da un lato abbiamo l’obiettivo di avere 14mila nuove adv entro il 2022, tra cui molte in Asia; dall’altra stiamo investendo anche su punti vendita non tradizionali. L’accordo con easyJet Holidays, per esempio, è molto importante e presto arriveranno altre partnerhsip. Stiamo portando il nostro prodotto – oltre 180mila hotel – anche su canali non convenzionali: imprese di comunicazione, telefonia, dispositivi elettronici e Smart Tv».

herce_hotelbedsQual è la strategia dietro questa diversificazione?
«Sulla distribuzione tradizionale siamo già forti. Questi, invece, sono canali dove ci sono nuove possibilità per hotel e agenzie. Ma c’è bisogno di un alto livello tecnologico e Hotelbeds può offrirlo. Negli Usa stiamo facendo partnership per portare il booking B2B sulle piattaforme di voice search assistant come Google Home o Alexa di Amazon».

La tecnologia è l’unica cosa che conta?
«È fondamentale, assieme al prodotto con contrattazione diretta, che garantisce più margini per l’agenzia senza passare per molteplici intermediari. Questo è ancora più importante in un mercato dove c’è tanta concorrenza, la percentuale di nuove imprese è bassa, mentre è diffuso un continuo sistema di acquisizioni e fusioni. Il terzo valore è il ventaglio di scelte. Hotelbeds ha investito tanto sull’offerta di escursioni, autonoleggi, transfer e attività, semplificando l’esperienza di acquisto».

Per guadagnare di più?
«Assolutamente sì. Frammentazione e arretratezza tecnologica sono caratteristiche del mercato agenziale non solo in Europa, ma anche in Giappone, per esempio. Tra Gds, Ndc, bedbank, altri fornitori e ancillary a volte le agenzie potrebbero dover cambiare fino a 15 portali per una sola prenotazione. Noi, grazie anche agli accordi con i Gds, abbiamo un ambiente unico dove sono integrati molteplici fornitori. L’equazione è semplice: un adv trova più prodotto in un unico canale aumentando il margine e risparmiando tempo».

Riguardo l’Italia: come ha performato nel 2019?
«È cresciuta a doppia cifra, sia come mercato d’origine sia come incoming; molto rilevanti sono le prenotazioni dall’Asia verso l’Italia».

In Europa ci saranno altri crac come Thomas Cook?
«Penso di sì, o meglio, non posso escluderlo. L’evoluzione è sotto gli occhi di tutti. Il 95% dell’online è in mano a Booking, Expedia e Trip. Il business travel vede tre grandi realtà come Amex, Bcd e Cwt, per non parlare del trasporto aereo. Certi modelli di business sono destinati a estinguersi».

Caso rate integrity: cosa accadrà nel 2020?
«Lo scorso anno abbiamo ripulito la nostra piattaforma da chi operava illegalmente. Nel 2020, grazie all’accordo con RateGain, vogliamo capire ciò che accade fuori da Hotelbeds – Ota e altri sistemi – dove si creano le distorsioni e come risolverle. Per garantire le migliori tariffe, sicure e certificate».

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