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Le ambizioni del Brasile: «L’effetto-Olimpiadi durerà»

Oltre 541mila visitatori per un’estate di sport a Rio de Janeiro. Tra Olimpiadi e Paralimpiadi, con il Brasile diventato il primo stato sudamericano a ospitare i Giochi. Aspettative tante, alcune pienamente soddisfatte, altre meno. Tra un complimento e una critica. Un segno più e uno meno nei bilanci. Con una certezza su tutte, la bellezza di 15mila atleti protagonisti di imprese e disfatte, tra sorrisi e lacrime. Intanto il sipario è sceso. Giochi finiti. Ed ecco le prime impressioni, quelle di Vinicius Lummertz, presidente di Embratur – Ufficio Brasiliano del Turismo, che tira le somme di una stagione esaltante. Nonostante tutto.

Qual è stato l’impatto delle Olimpiadi sul turismo in Brasile?

«Siamo molto soddisfatti. Tra il 1° luglio e il 15 agosto, abbiamo registrato un incremento di 157mila turisti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un sondaggio del ministero del Turismo conferma il contributo dei Giochi, rilevando la soddisfazione dei visitatori. L’ospitalità ha ricevuto il 98,7% di voti positivi tra gli stranieri e il 92% tra i brasiliani. Il 94,6% degli intervistati ha apprezzato anche gli aeroporti, mentre l’86,6% ha “detto sì” al trasporto pubblico. Per l’83,3% dei vacanzieri, Rio ha raggiunto o superato le aspettative».

Giochi Paralimpici: a Londra più di 2 milioni di biglietti venduti; in Brasile circa la metà. Perché?

«La vendita dei ticket alla fine ha raggiunto quota 1,5 milioni. Per alcune finali si è registrato il tutto esaurito. Un evento ben riuscito, come le Olimpiadi. Abbiamo fatto un lavoro enorme, soprattutto per offrire accessibilità. Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti».

Terminati i mega eventi sportivi, quali sono i prossimi step per la promozione turistica?

«C’è molto da fare per aumentare il numero di visitatori internazionali. L’obiettivo è incrementare i flussi anche in località insolite, promuovendo la varietà brasiliana da un punto di vista culturale e naturalistico. Il Brasile non è solo Rio e San Paolo, ma anche Santa Catarina, per gli amanti della costa e degli sport acquatici. Ora, a nostro favore, abbiamo la forza del dollaro, che aumenta il potere d’acquisto degli stranieri in Brasile. Continueremo, poi, a lavorare sulle politiche dei visti, dopo averne eliminato l’obbligatorietà durante i Giochi per i visitatori da Usa, Canada, Giappone e Australia. Il 74,7% degli intervistati ha affermato che questa misura ha influito sulla loro decisione».

Cosa si deve migliorare per continuare a crescere?

«La politica brasiliana ha attraversato un periodo di turbolenza. Questo ha reso lo scenario interno incerto. Tuttavia, posso dire che la prova è stata superata. Anche con alcune avversioni siamo riusciti a organizzare Olimpiadi e Paralimpiadi. Adesso sarà molto importante sfruttare la visibilità raggiunta, da trasformare in numeri. È necessario mantenere l’interesse mondiale sul Brasile per aumentare le entrate di valuta estera. Il business va migliorato, ristrutturando Embratur, aumentando le partnership con il settore privato e attraendo nuovi investimenti esteri. In termini finanziari ma anche di esperienza. Ci sono paesi che ci possono aiutare a modernizzare il nostro turismo».

Avete in mente azioni mirate con agenzie e tour operator italiani?

«L’Italia è un mercato prioritario per noi. È l’ottavo paese per numero di turisti, con 202.015 visitatori lo scorso anno. Abbiamo fatto un lavoro intenso sui t.o. Tante le attività, tra workshop, roadshow e corsi di formazione online. Inoltre, considerando l’importanza del web per pianificare i viaggi, Embratur ha lanciato una nuova versione di visitbrasil.com per rendere più accessibili i servizi. Stiamo lavorando anche sui social, soprattutto Facebook, Instagram e YouTube. E gli influencer digitali giocano un ruolo importante nelle nostre strategie promozionali».

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