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L’estate degli alberghi italiani tra Brexit ed effetto Airbnb

Confindustria Alberghi fa il punto sull’estate 2019 e, dall’indagine condotta, emerge un quadro complesso sull’andamento della stagione. Dopo l’avvio condizionato dal meteo (maggio con maltempo e basse temperature), la stagione estiva sembrava orientata verso la giusta direzione: giugno ha registrato un +2,5% in termini di occupazione rispetto allo stesso mese del 2018 (+1,5% l’aumento del prezzo medio per la camera), mentre luglio ha confermato il trend positivo con un rallentamento, però, nella crescita (+1% l’aumento dell’occupazione e sostanziale stabilità nel prezzo medio praticato). Ad agosto invece c’è stata una brusca battuta d’arresto con un’inversione del trend –dopo due mesi positivi – che ha colpito soprattutto alcune destinazioni.

Percorso a sé stante vale però per gli hotel caratterizzati da un prodotto ben identificato e un posizionamento molto forte sul mercato: le strutture fortemente identitarie continuano a riscuotere successi che vanno oltre la destinazione dove sono presenti.

TURISTI BRITANNICI. La svalutazione della sterlina legata alla Brexit, e una conseguente minore competitività della destinazione Italia, influiscono negativamente sulle scelte dei turisti britannici tra i principali mercati incoming del nostro Paese. A risentirne maggiormente Roma, Firenze e la Toscana in generale.

A Roma gli albergatori denunciano un trimestre difficile: se giugno aveva tenuto (+1% per l’occupazione e prezzi allineati a quelli dello scorso anno) a luglio e agosto si è assistito a una flessione dell’occupazione – rispettivamente -2% per luglio e -3% per agosto – e dei prezzi medi praticati (-1% per luglio e tra -2% e -3% per agosto). A Firenze l’occupazione è risultata in flessione anche a giugno, scendendo di oltre il 3% nel bimestre luglio-agosto.

EFFETTO AIRBNB. In questo quadro, non va sottovalutato l’impatto degli affitti brevi che – in attesa di regolamentazione – continuano a crescere. AirDna fotografa solo su Roma 34.580 affitti, in aumento del 30,5% rispetto al primo trimestre 2017; offerta che nell’ultimo anno è cresciuta del 6% in termini di occupazione e del 10% in termini di prezzi medi praticati.  Stesso discorso per Firenze dove gli annunci pubblicati sono più di 14mila – oltre il 57% nel centro storico – con una crescita del 51% rispetto al primo trimestre 2017.

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